L’omelia di Francesco Primo mette al centro il problema della pace e del protagonismo femminile. Bergoglio evidenzia il ruolo della donna per trovare la pace nel mondo: “c’è bisogno di guardare alle madri e alle donne per trovare la pace, per uscire dalle spirali della violenza e dell’odio, e tornare ad avere sguardi umani e cuori che vedono”.
Sempre secondo quanto detto dal Papa le donne oramai si pongono come figure di sostegno fondamentale per la Chiesa tanto che il Papa auspica per loro maggiori spazi.
Sono parole che faranno sicuramente discutere. Anche se i più non se ne accorgeranno. C’è un dibattito molto forte nelle idee per riformare la Chiesa nel mondo.
Ma Bergoglio non dà spazio a repliche. Il discorso del Papa all’omelia di oggi a San Pietro segna un’identità mai osata prima tra il corpo della donna, in concreto, e la figura di Dio, in astratto. Il tentativo più che tracciato da parte del Papa pare essere quello di chi vuole sancire una centralità nel dibattito di questo anno appena iniziato. La raffigurazione della “ferita a Dio” costituisce un’accentuazione nella raffigurazione del male.
Ma c’è una cosa più importante detta tra le proposizioni subordinate che costituiscono un architrave ancora più importante del discorso pronunciato e del messaggio in sintesi. Francesco Primo ha chiarito che questo monito deve riguardare società, qualsiasi essa sia (quindi un elemento di incondizionato che consapevolmente supera ogni barriera culturale e religiosa).
Afferma come dato apodittico la necessità di cogliere il dono della donna. Anche qui, di ogni donna. E nuovamente pone una condizione universale e necessaria. Ma tutto questo non si esprime in astratto. C’è invece bisogno di “rispettarla, custodirla, valorizzarla, sapendo che chi ferisce una sola donna profana Dio, nato da donna”.
Entra così dentro l’indecifrabile dimensione della natività di Dio-Cristo ponendo la dimensione di Maria, emblema della donna nella cristianità, come qualcosa di grande e inviolabile.
E dopo questa partenza di valenza teologica e di regole di vita sociale di portata immane ritorna sulla rappresentazione più contestata della donna nel mondo dell’attualità ma per toglierla da quella riduzione di ruoli in cui tradizionalmente è stata relegata: la maternità.
E il finale non poteva che essere dedicato a Maria: “Di Maria la Chiesa ha bisogno per riscoprire il proprio volto femminile: per assomigliare maggiormente a lei che, donna, Vergine e Madre, ne rappresenta il modello e la figura perfetta. Fare quindi spazio alle donne ed essere generativa attraverso una pastorale fatta di cura e di sollecitudine, di pazienza e di coraggio materno”.