Biden a Putin: “crazy sob!”… Sob è un acronimo utilizzato negli Stati Uniti per dire; ‘son of a bitch’
Botta e risposta come fossero due ubriaconi da bar. Ma stiamo parlando degli uomini più potenti del mondo. O meglio, uno. Si chiama Joe Biden che durante un discorso pubblico apostrofa Putin: “è un pazzo figlio di p…”. Non si fa attendere la risposta che non può essere diplomatica: “Si tratta di un cowboy di Hollywood”.
Tutto avviene a San Francisco. Biden insulta il presidente russo. L’obiettivo dell’incontro pubblico consisteva nella raccolta di fondi. Probabilmente ha inteso troppo fermamente l’obiettivo tanto da trascendere per convincere tutti della sua determinazione. “Folle figlio di put … a” –ha detto Biden di Putin.
E poi: “dobbiamo sempre preoccuparci di un conflitto nucleare, ma la minaccia esistenziale per l’umanità è il cambiamento climatico”. E qui siamo in parametri espressivi normali. Biden non è nuovo invece agli eccessi locutivi. Rimase famoso il suo “macellaio” riferito sempre a Putin l’indomani dell’invasione in Ucraina.
Ma al di là delle intemperanze verbali è chiaro che Biden vuole dimostrare di essere sveglio, vivo e virile nei confronti del competitor internazionale. Il suo linguaggio fa sempre parte della campagna elettorale. Deve aver fatto un ragionamento del tipo: ‘se Dondal Trump cattura la simpatia degli americani per il suo modo di fare franco, solenne e a volte anche un po’ sguaiato perché io non posso fare altrettanto?’
Sullo sfondo c’è sempre la politica rappresentativa e il tramonto a cui è confinata nelle attuali forme di applicazione della democrazia organizzata. Un tempo i massimi dirigenti politici dovevano dimostrare nel comportamento di essere migliori dei loro elettori ora invece debbono dimostrare il più possibile di essere come loro. In questo secondo tentativo ci riescono benissimo.