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IL 26 marzo 2025

La scena cambia perché i rapporti di forza restino così come sono perché più rassicuranti

Fine vita ma non finisce la polemica

Un percorso ancora lungo e irto di contraddizioni

Che ha vinto Oppenheimer?

In ogni edizione c’è un asso piglia tutto. In questa il ruolo è stato rappresentato da Oppenheimer – l’opera filmica dedicata al fisico che trovò le modalità industriali per costruire la bomba atomica. Nel dibattito sui limiti della ricerca in Scienza il caso Oppenheimer è sempre stato considerato il punto di non ritorno, la vergogna a cui non tornare. Ora si celebra attraverso l’industria cinematografica più grande del mondo. E le sue performance riescono ad essere anche vincenti. Così va il mondo, almeno in un mondo dove è difficile contare tutti i conflitti in atto.

Ma tornando alla finzione consolatoria – che però celebra vero terrore, morte e distruzioneOppenheimer ha vinto per essere il miglior film, miglior regia: Christopher Nolan col miglior attore (Cillian Murhy), miglior attore non protagonista (Robert Downey), migliore fotografia (Hoyte van Hoytema), miglior montaggio (Hoyte van Hoytema), migliore colonna sonora (Ludwig Göransson). A ritirare la statuetta più ambita i produttori Emma Thomas, Charles Roven e Christopher Nolan.

Capta statuetta anche Piccole Creature! Grazie a questo filme spicca Emma Stone, con il premio per la migliore attrice. Povere Creature! di Yorgos Lantimos fa la parte del leone anche per la Scenografia: con James Price e Shona Heath. Ma anche per i Costumi con Holly Waddington che prende anche il premio per il makeup e l’hairstylingcon Nadia Stacey, Mark Coulier e Josh Weston.

L’attrice non protagonista considerata migliore invece è Da’Vine Joy Randolph per The Holdovers – Lezioni di vita. – Miglior film internazionale: La zona di interesse di Jonathan Glazer.

E poi: Animazione: Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki. Documentario: 20 giorni a Mariupol di Mstyslav Chernov, Michelle Mizner e Raney Aronson-Rath.

La musica ha il suo tratto con la migliore canzone con What was I made for? da Barbie, music e lyric di Billie Eilish e Finneas O’Connell.

IN coda tutto il resto. Miglior sonoro: Tarn Willers e Johnnie Burn per La zona di interesse. Migliore sceneggiatura non originale: American Fiction adattata per lo schermo da Cord Jefferson. Migliore sceneggiatura originale: Anatomia di una caduta, scritta da Justine Triet e Arthur Harari. Migliori effetti speciali: Takashi Yamazaki, Kiyoko Shibuya, Masaki Takahashi e Tatsuji Nojima per Godzilla Minus One. Miglior corto d’animazione: War is over! di Dave Mullins e Brad Booker. Miglior corto live action: The wonderful story of Henry Sugar di Wes Anderson e Steven Rales. Miglior corto documentario: The last repair shop di Ben Proudfoot e Kris Bowers.

Risolta la pratica della consegna delle statuette rimane lo sforzo della macchina industriale attenta a sfornare prodotti che abbiano ancora qualche interesse nell’originalità delle proposte. Ci si inventa l’animazione delle bambole, la controversa ricostruzione della realizzazione atomica, un clima naturistico lanciato all’animismo di figure trans-umane … Tutto comprensibile. Ma se l’obiettivo si soffermasse sui problemi reali del mondo, sia nella soggettività che nel farsi della storia attuale, il cinema darebbe un maggiore contributo al mondo e a sé stesso.

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