Ciò che è chiaro ed evidente in una direzione non sempre corre per la direzione giusta. Potrebbe essere, questa, in sintesi, la morale della logica internazionale sia che proceda per le vie diplomatiche, ma altrettanto se tenta di governare uno stato di guerra perdurato come in Medio Oriente.
In questa condizione quella presentata come una notizia buona converge immediatamente ad essere pessima.
La notizia buona consiste nel fatto che l’Onu chiede il cessate il fuoco a Gaza. La mozione la votano quattordici paesi: Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Algeria, Ecuador, Guyana, Giappone, Malta, Mozambico, Sud Corea, Sierra Leone, Slovenia e Svizzera. Ma gli Stati Uniti si astengono. Una presa di posizione decisiva questa degli States perché in questo modo non è stato posto il veto nelle Nazioni Unite.
E Guterres avverte: “questa soluzione ora deve essere attuata un fallimento sarebbe imperdonabile”. Il segretario generale dell’Onu sottolinea anche il fatto che ai è esplicitamente richiesto dal resto del mondo il cessate il fuoco immediato e il rilascio di tutti gli ostaggi.
La reazione pessima tale da complicare lo stato di cose è detta espressamente da Benjamin Netanyahu per cui questa soluzione: “danneggia sia lo sforzo bellico che il tentativo di liberare gli ostaggi, perché dà ad Hamas la speranza che la pressione internazionale permetta di accettare un cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri rapiti”.
Di tutta risposta, quindi, il premier israeliano ha annullato l’impegno che aveva di recarsi negli Stati Uniti per discutere la situazione. Non ci sono soluzioni mediatorie che non passino dalle condizioni dettate da Israele, secondo Netanyahu. Pare dire: la questione debbono vedersela solo i due contendenti.
Tutto da vedere come sarà il quadro se i contendenti dovessero diventare più di due e ancora di più.