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mercoledì, Marzo 19, 2025

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A colpi di video clip su Truth

Anima talmente tante polemiche che già c’è qualcuno che si chiede come faremo senza di lui. C’è invece chi sospetta che il suo vizio originario consiste nel riuscire a far parlar tanto, troppo, di lui. Tanto da far invidia.

Donald Trump ne ha combinata un’altra e tutti gli animi dei puri di cuore si sono agitati. L’ex presidente  degli Stati Uniti e ora candidato per esserlo di nuovo, ha inserito su Truth un’immagine in cui il suo rivale Joe Biden appare disteso su un fianco e legato mani e piedi con una corda. L’immagine è stata ripresa da un dipinto sul portellone posteriore di un pick up.

Michael Tyler, presidente del comitato bideniano alla comunicazione, è subito partita all’arrembaggio. “Trump incita regolarmente alla violenza politica ed è ora che la gente lo prenda sul serio, basta chiedere ai poliziotti di Capitol Hill che sono stati attaccati mentre proteggevano la nostra democrazia il 6 gennaio”.

Ma la novità più importante è la rivoluzione delle immagini che si è creata in questi ultimi anni. Un tempo a livello popolare veniva prese immagini che si attingevano dall’high class, dal potere, dalla cultura dominante, dalle tendenze in voga più forti che imperavano.

Oggi i massimi rappresentanti delle stanze dei bottoni hanno bisogno di riprendere dall’immaginario espresso nelle strade, tra la gente, nei quartieri popolari.

Non a caso non ha tardato a farsi sentire la risposta di parte di Trump. Un suo collaboratore ha risposto come a dare il massimo livello di verità che è stato solo attinto dalla realtà, selezionato dal senso comune, che “quell’immagine era sul retro di un pick-up che viaggiava lungo l’autostrada”. Quindi nessuno dello staff di Trump, l’avrebbe creata o istigata.

Selezionarla e rilanciarla tanto che ne parla o la veda tutto il mondo è già un modo per rafforzare quel che evoca questa immagine. E questo avrebbe fatto Trump. Ma rilanciare l’immagine e farne oggetto di polemica significa parlarne la seconda volta consentendo alla figura di arrivare proprio a tutti.

E non si può concludere il tutto con un ecumenico: “so’ ragazzi”, riferito sia a Trump, a Biden che al suo staff. Significa che proprio quello si vuole se si pretende che si parli di loro.

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