Le rispettive segreterie delle due segretarie hanno svelato quel che non è più un segreto: “Il confronto tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein si svolgerà giovedì 23 maggio”. Sede del dibattito sarà la trasmissione “Porta a Porta” di Bruno Vespa”.
Si celebra la puntuale sceneggiata della democrazia rappresentativa che segue gli stilemi americani inaugurati dal celeberrimo scontro tra Nixon e Kennedy nel 1960. L’Italia replicò per la prima volta nel 1994 col confronto tra Silvio Berlusconi e Achille Occhetto con Enrico Mentana nelle vesti di mediatore. Occhetto ne uscì con le ossa rotte e la sinistra non imparò la lezione per cui nella spettacolarizzazione del confronto-scontro non ha nulla da guadagnare.
Non ci ha da guadagnare anche l’altra parte perché nello stesso scontro con il primo attore dei progressisti cambiato nella persona di Romano Prodi nel 2006, Berlusconi uscì sconfitto su sua stessa ammissione in diretta. Non si tratta quindi di convenienza su uno stilema argomentativo che guarda molto al coup de théâtre, alla trovata, alla battuta inaspettata (Berlusconi che da Santoro pulisce la sedia dove fino a poco tempo prima si era seduto Marco Travaglio), ben sì alla spettacolarizzazione del dibattito che finisce di inscrivere la dialettica politica in un teatro. Invece riguarda il terreno dell’estrema concretezza – avrebbe osservato Benedetto Croce.
Riportare i termini di uno scontro normalmente in atto nei crismi di una ulteriore normalizzazione attraverso il sipario garantito dalla televisione non aggiunge nulla all’informazione sui fatti. Facilita certamente l’avventore a un’informazione rapida, stringente, scaltra, ma troppo sintetica per avere il quadro reale delle forze in campo.
Un effetto però lo raggiunge. Un obiettivo a cui ciascuno degli operatori della politica non può sottrarsi. Quello di un’opera di simpatizzazione. Lo spettatore ha la possibilità di entrare in partecipazione alle argomentazioni dei concorrenti e così almeno rafforzare i convincimenti per votare l’uno o l’altro. IL grande obiettivo, quindi, consiste nel far votare la gente che altrimenti ammutina le elezioni così come latita in ogni situazione di partecipazione, laddove non coinvolga gli interessi diretti.
Ma, anche se riuscisse questa operazione, porta comunque ad un inganno. Le forze in campo sono ben altre le due rappresentate nello scontro da Bruno Vespa. Esistono diversi soggetti politici che svolgono una funzione specifica nella scena di questo paese. Ridurre il tutto ai due fronti contrapposti corrisponde a uno schema inattuale, oltre che sbagliato.
Nondimeno il confronto ci sarà. Il fatto che siano due donne darà maggiore stimolo. Ed anche che l’una sia la raffigurazione del popolo riuscito ad entrare nei luoghi importanti e l’altra la riproposizione della borghesia colta con una cultura di governo sedimentata darà altrettanti stimoli per lo share.
Tutto da vedere se lo darà nelle intenzioni di voto.