Quello di Genova comincia ad acquisire il rango di processo determinante per nuove identità future. È in atto una scomposizione e contemporanea ricomposizione del centrodestra in cui lo starne fuori per un attimo significa essere scalzato fuori.
E Toti è un sogetto senza peso. Non c’è più Silvio. La famiglia deve capire cosa fare di quell’insieme giocattolo che è Forza Italia di cui il governatore della Liguria neanche fa parte. “E poi – diciamolo – negli ultimi tempi si era montato la testa. Faceva accordi con la grande impresa come se fosse lui il titolare del tutto. Poneve. Disponeva. E quando fai così inevitabilmente diventi incauto”.
Succede Così che il governatore non ha peso specifico. La carica gli dà un ruolo. Ma oramai gliela dà il processo. Senza di questo non esiste.
Ed è per questo che i suoi vecchi amici, compagni di merende al caviale, si discostano da lui. Faceva tutto “sua sponte”. Non.aveva nemmeno un cuoco per conquistare la Gallia?
L’epilogo per l’ex ( sì, è solo questione di tempo ) governatore è già scritto. Se prova a tirarsi tutti dentro scatena una Tangentopoli di cui personalmente non trarrebbe alcun vantaggio. Se si dimette e pattuisce una pena montando certe scelte prese in semplice bonomia, esce dalla politica, scriverà le sue memorie, qualcuno ogni tanto lo intervisterà. Nell’insieme farà una vita dignitosa.
E così sarà perché non è un eroe.