L’Italia si sveglia dal sonno depressivo e si scopre in crescita. Magie del Prodotto interno lordo che dice tante cose dell’economica di un paese. Ciascuna di queste deve essere decodificabile dai numeri. Tutte insieme danno una realtà variegata e complesse che difficilmente riesce ad essere messa in ordine dai numeri. Sempre ai numeri però è delegato l’onere di dire la sua verità vera.
E la verità vera del nostro paese consiste nel fatto che in dieci anni solo gli Stati Uniti sono cresciuti più di noi. Si attesta la più forte crescita del Pil pro capite. Questa va dal decennio 2014 a quello del 2023. Pari all’uno virgola uno per cento. (La volontà di espressione in parole serve a dare maggiore esaltazione all’anomia numerale). Lo dicono i dati Ocse del Rapporto trimestrale Growth and economic well-being – Per essere bisogna crescere e solo la crescita misura il bene-essere.
Sono numeri importanti perché attengono al dato pro-capite. Non c’entrano quindi con il banale aumento di popolazione che di per sé aumenta il livello di creazione e circuito di moneta. C’è stato invece un decremento demografico nel nostro paese, diversamente dagli altri paesi del G7.
Quindi nonostante in Italia siamo di meno produciamo e distribuiamo più ricchezza. Ma stiamo parlando dell’Italia o di un effetto oppiaceo? Fuori da sarcasmo la questione è molto dibattuta anche dagli analisti che debbono necessariamente trovare una spiegazione. Come se i numeri non bastassero a esprimere un dato di fatto. (Se così fosse sarebbe inutile ricavarli ed esprimerli)
Si sa solo che nel 2019, quindi prima della pandemia, il Pil totale italiano del 2023 risulta superiore in termini reali del 3,5%. Davanti a Regno Unito (+1,8%), Francia (+1,7%), Giappone (+1,2%) e Germania (+0,7%). Aveva davanti gli Stati Uniti, come al solito (+8,2%) e il Canada (+4,9%).
I tifosi del superbonus rispolverano questa misura come effetto di spinta. E un effetto l’ha sicuramente dato, ma il processo era partito da prima. Sempre gli analisti allora si sforzano di trovarne le ragioni. Si scopre allora, ma solo adesso, che produttività e competitività, non soltanto nelle costruzioni ma anche in diversi altri settori. Manifattura (+3,6% nel 2020-2023), commercio, trasporti e turismo (+5,3%) ma anche nelle attività professionali, scientifiche, tecniche e di supporto amministrativo (+12,9%) sono migliorate come valore aggiunto.
Sono dati, quelli sulla crescita, che possono esser vantati solo dopo esser cresciuti. Ma è il momento in cui ci si deve porre questioni nuove all’orizzonte disoccupandoci del trascorso. E il tras-correre storicizza il correre che resta la realtà sempre attuale.
Nella sfera del senso ci insegna però a diffidare dei catastrofismi lamentati in ogni. C’è sempre qualcuno che fa rumore mentre altri lavorano.