In una società che si va modello della velocità, della tecnologia, del riscontrabile e visibile tranne quando non si tratti di vita personale … In questo modello di società l’Autovelox corrisponde al più grande horror vacui.
– Si è trasgredito andando più veloce del consentito, l’automobilista riesce a rendersene conto. Ma c’è il convincimento di averla fatta franca o di aver aggirato il problema rallentando davanti quelle macchinette quando sono visibili onde poi vedersi recapitare la multa a casa. L’horror vacui consiste nell’indeterminatezza sulla effettiva sanzione prima che la multa effettivamente arrivi –
Meglio il vigile o il poliziotto stradale che appioppa la multa fermandoti e confutando con la sua testimonianza ogni contestazione. Si afferma il principio di autorità quantomeno sorretto da umana rappresentanza e non dal nulla della tecnologia.
Ma sugli autovelox sta arrivando una stretta. Il 28 maggio in Gazzetta Ufficiale si prevede la pubblicazione del decreto del ministero delle Infrastrutture. Si prevede anche l’immediata messa in vigore. Consiste in un giro di vite agli autovelox. Ne restringe il campo di azione. Si ravvisa la possibilità di contestare immediatamente la rilevazione. Chiede che il Prefetto individui la collocazione che dovrà essere a distanza almeno di un chilometro dai centri abitati.
Ma il Mit fa anche sapere le sue applicazioni riguardanti un restringimento del limite di velocità. “Sulle strade extraurbane principali – c’è scritto in una nota – dove è previsto un limite di 110 km/h, il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite di velocità è fissato ad almeno 90 km/h, ma non per limiti inferiori”.
Fuori città la stretta sull’applicazione riguarda anche l’imposizione di un chilometro di distanza tra il segnale dove c’è scritto il limite e il dispositivo che rileva se la misura è stata rispettata. E riguarda limiti di velocità anche al di sotto dei cinquanta chilometri orari.
Tutto il resto fa spettacolo. Il bisogno di superare limiti spazio temporali imposti dalla condizione umana è la stessa condizione che impone regole impossibili da sostenere per la sua stessa condizione. Ma il tutto ha il merito di fare cassa.