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mercoledì, Marzo 19, 2025

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Le star contro l’intelligenza artificiale

Questo è l’appuntamento di Tom Hanks. Sarà solo l’ennesimo di una folta schiera di vedette che si oppongono all’uso della loro immagine strumentalizzata per fare pubblicità indebita a sistemi farmacologici. Prima di lui fu Scarlett Johannson a protestare perché era stata presa la sua voce dai sistemi di intelligenza artificiale che davano risposte. Ma più recentemente era stata Taylor Swift perché utilizzata in una pubblicità senza alcun permesso o contratto che ristorasse la fanciulla della scena canora americana.

Più che l’era dell’intelligenza artificiale dovremmo chiamarla l’età in cui si debbono pensare sistemi preventivi tesi a stroncare sul nascere modalità come queste. Il pericolo è per la suggestione degli utenti. Ed è un pericolo ricorrente nell’uso dell’intelligenza artificiale. Ma il meccanismo di tutela e garanzia si muove perché ad essere violati sono gli interessi di persone molto in vista le cui disavventure fanno parlare.

Tom Hanks parla al mondo grazie a Telegram e dice senza mezzi termini: “Ci sono tante pubblicità in giro su Internet che usano falsamente il mio nome, la mia immagine e la mia voce per promuovere cure miracolose e medicine fantastiche. Queste pubblicità sono state create senza il mio consenso, fraudolentemente e usando l’intelligenza artificiale”. E se anche questa comunicazione fosse stata scritta da un profilo farlocco? Ce ne sono tanti e possono essere smascherati, come possiamo essere sicuri che a parlare sia proprio Tom Hanks?

Chi, come lui, ha nove milioni e mezzo di seguaci gestisce un potere di persuasione incredibile. Si pone quindi la necessità di riprovare quanto questo potere funzioni ed intaccarlo, anche. Quanto futuro potrebbe avere una notizia falsa data da una fonte falsificata? Si tratta di inganni che facilmente vengono smascherati. Non se ne capisce il fine.

Come se l’intelligenza artificiale – o chi la manovra occasionalmente – avesse l’esigenza di infirmare la sua credibilità o almeno saggiarne i limiti davanti l’evidenza del falso.

Il falso in luogo del vero è stato sempre lo scoglio di ogni sistema conoscitivo. In questa fase storica dell’umanità questa riprova soggetta a innumerevoli diallele sembra dipanarsi in una concrezione più autentica.

Nella sua artificiosità l’intelligenza artificiale sembra volerci dire che c’è una netta cesura tra vero e falso. Ma, sempre in verità, sono le propaggini del falso, dalle origini alle sue derivazioni, costituiscono il fatto da analizzare. Ci sarà bisogno allora di un’altra intelligenza. Si prepari una nuova fase.

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