La risposta italiana ai dazi di Trump: prendere accordi diretti con la Cina. Negli ultimi sei anni i rapporti si sono già fortemente rafforzati passando da trentotto miliardi a settantaquattro (dato del 2022). Deve continuare in questa direzione. Ed è su questo versante la spiegazione del viaggio sostenuto dal Presidente Sergio Mattarella e del suo corteo di rappresentanza di cui faceva parte lo stesso ministro. Una versione alquanto inusuale perché un rappresentante del governo è inopportuno si presenti a seguito del massimo rappresentante dello Stato. Questo non solo perché la personalità del ministro appare in netto subordine, bensì perché rischiano di sovrapporsi le finalità del viaggio come le questioni da dibattere.
Dalle due parti si è mostrata piena disponibilità a far crescere questo interscambio commerciale affinché crescano sia le esportazioni (miraggio) che le importazioni (diretta realtà).
Le parole del Presidente vanno in questo senso e giunge difficile da spiegare le ragioni per cui lo stesso viaggio, lo stesso contatto, sia stato tenuto dalla presidente del Consiglio in persona. “C’è stata pochi mesi fa la visita della premier Meloni – ha infatti ricordato Mattarella – ed è del tutto inconsueto una così ravvicinata presenza dei massimi vertici del nostro Paese. Questo manifesta quanto sia importante per noi sviluppare sempre di più i rapporti con la Cina”. Quasi ad anticipare la domanda del cronista appare evidente come tutto tenda a spingere sul rafforzare di questi rapporti.
E pare che anche i cinesi diano piena assicurazione di esserci: “Ieri abbiamo registrato con il presidente Xi piena sintonia e convergenza di valutazioni” – ha spiegato, sempre, Sergio Mattarella – “C’è una crescita di volontà di collaborazione reciproca. Un rapporto antico che trova oggi una declinazione attuale piena e collaborativa sul piano politico e sulla visione internazionale per quanto riguarda la volontà di pace, del multilateralismo, di apertura nelle relazioni economiche. Per questo questa visita per me è molto importante.
Gli approdi imprenditoriali da parte degli italiani in Cina sono aumentati notevolmente negli ultimi tempi. Il 2023 fa rilevare un investimento complessivo pari a quindici miliardi.
Ma, cosa altrettanto importante, ora servono i soldi cinesi in Italia. Almeno per cominciare a far filare dritto qualche cosa nel nostro sgangherato mondo del pianeta industria.