6 C
Rome
domenica, Marzo 23, 2025

“Volenterosi” dalla Cina … (forse)

Si intensificano i rapporti e si articolano gli interlocutori sul fronte ucraino

Ci ha lasciato George Foreman

Un protagonista, e deuteragonista del grande rivale col quale ha tenuto in tensione il mondo

Kiev è sola

Sembra un controsenso dalle cronache ma la condizione fattuale riporta al dato essenziale

Apoteosi di Giorgia

Il 9 gennaio sarà ricordato come il climax della vita politica di Giorgia Meloni. Lei stessa ha voluto raccontarlo con descrizione di felicità nel dire alla madre di Cecilia che sua figlia stava tornando a casa dopo quasi un mese di prigionia in Iran. Ma al di là dell’affettività mammesca che fa sempre languidezza sentimentale riferire, l’aver colto il risultato fa di Meloni una vincente come mai nessuno prima di lei nella Storia della seconda repubblica.

Un risultato che risulta come vetta emotiva ma difficilmente potrà essere inserito come ammontare di risultato politico in una gestione che vedrà ancora tagli, sacrifici e abbassamento del livello di vita per il ceto medio.

Dei tre grandi obiettivi di maggioranza – riforma del sistema costituzionale per il presidente del Consiglio, autonomia differenziata e ridimensionamento della magistratura – ben poco si riuscirà a portare a casa e al procedere del percorso quando si chiederà conto a Giorgia non sarà accettata la risposta del rilascio di Cecilia Sala, come risultato di governo. Certo, la aiuterà ad essere la presidente del Consiglio più sostenuta, almeno emotivamente, dall’elettorato italiano.

Ma a ben guardare questa vicenda un effetto in più lo evoca. Con il dinamismo sfrontato mostrato in questi giorni, in cui è partita da Trump senza rendicontare niente a nessuno, ha probabilmente dimissionato la massima dirigente dei servizi segreti con la quale non avrebbe avuto tanta agibilità, Giorgia Meloni dimostra di rappresentare un’altra Italia che è trasversale e scavalca i confini di destra e sinistra.

Meloni supera il burocratismo del “non si può” della “correttezza delle procedure”. Non si cura di indugiare una volta individuato il buon fine universalmente riconoscibile si persegue la strada diretta per percorrerlo senza “se” e senza “ma”. Meloni in altri termini rappresenta l’Italia di minoranza degli underdog che però ce l’hanno fatta.

Si tratta di un’Italia che in definitiva è trasversale e non è immediatamente riconoscibili in schieramenti precostituiti. Ed è sicuramente una minoranza per coloro che si sono affermati come vincenti ma avente la capacità, almeno al momento, di muovere messi di interessi che vanno ben al di là della tecnocrazia inossidabilmente insediata nelle leve del comando del nostro paese.

Difficile stabilire quanto potrà durare questa prevalenza sugli umori della gente o se questa figura diventata di più forte impatto nella società reale non finisca, invece, per essere strumentalizzata in operazioni tese a riprodurre antichi schematismi.

Sappiamo solo che oggi è la sua apoteosi. Deve godersela tutta. Il trionfo dura un solo giorno. Poi l’eroe è sacrificato per necessità ancora più grandi. Però sarà ricordato.

TI POTREBBE INTERESSARE

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Seguimi anche su:

0FansLike
0FollowersFollow
0SubscribersSubscribe

Latest Articles