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giovedì, Maggio 15, 2025

La fascinazione del vuoto

Molto chic parlare del nulla equiparandolo al vuoto o viceversa

Infarto raccontato a burletta

Geniale anche nel racconto di una disavventura il creatore dei King Crimson parla della sua tragedia italiana a lieto fine

La guerra dei numeri

Lotta tra interpretazioni del reale non sostituisce il sentimento di sofferenza che se ne ricava

Ditirambi democratici

“ Si dice che lei stia portando a una deriva anti-democratica “.

“ Chi diceva questo ha già avuto una chance e ha perso le elezioni “ .

Il botta e risposta è tra Donald Trump e una giornalista che lo intervista. Al di là della replica col sapore sensazionalistico profondamente insito in ogni dichiarazione pubblica da parte di un personaggio internazionale come il Presidente degli Stati Uniti, sia nella domanda che nella risposta ci sono le lusinghe per una lettura in grado di dire molto sui nostri tempi, oltre che dei soggetti interessati al breve dialogo.

Nel modus ponens c’è l’inquietudine di colei che proferisce la domanda. Non ci si prende la responsabilità di assumersi la paternità dell’asserzione di cui pur di domanda – quindi non viene enunciata come un’accusa o una cosa di fatto.

Ma è nella domanda in sé che sussiste una sua negazione perché a un soggetto prossimo a una qualche forma di autoritarismo non gli si chiede la verità su di sé. Lo si chiede proprio perché questa realtà non sussiste oppure si è ancora verificata. E il chiederlo non allontana, non scongiura, semmai sollecita un processo degenerativo perché comporta l’irritazione dell’ascoltatore.

La risposta così come riportata arriva a conclusione di una breve indicazione di fatti e cose tendenti a cancellare questa possibilità indica la storicizzazione di questo diverbio e sempre sul piano storico il compimento della sua sconfitta. In tal senso la nullità della sua riproposizione ma anche la risposta avvenuta sul piano democratico.

In altri termini è l’affermazione della democrazia che risponde del rispetto della pratica democratica fino ad annullare ogni elementare dubbio su sé stessa.

Ed è la stessa affermazione concreta della democrazia a bandire argomentazioni posto a pura difesa di sé stessa. In altri termini, non è sufficiente esibire il vessillo della democrazia, se nella sua concreta affermazione è la stessa democrazia a dare torto.

Ma nel filo del ragionamento sussiste la possibilità di essere enunciato che consiste nella parte sottesa e non sufficientemente tematizzata.

Sì, perché si confonde il funzionamento della democrazia o la sua concreta affermazione nella società con l’espressione del libero pensiero. Si dimentica che una dittatura di questo secolo potrebbe concepirsi, pur garantendo la libertà di espressione. Ciascuno dice quanto vuole dire, ma sull’amovibilità di chi governa è tutto da vedere. Non solo sul problema del ricambio delle classi di governo ma anche sulla difettosità del loro sistema di elezione. In tutto questo ci si metta pure lo scollamento reale della popolazione e l’affermazione, in diverse realtà sociali, di formazioni, partiti, personalità, che fanno della macchina rappresentata dalla democrazia come qualcosa sempre più malfunzionante e poco rispondente di sé stessa.

Ma a fronte di tutto, specialmente negli Stati Uniti, c’è un problema di un meccanismo che va aggiornato nel funzionamento. 1789, George Washington. Veramente troppi.

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