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giovedì, Maggio 15, 2025

La fascinazione del vuoto

Molto chic parlare del nulla equiparandolo al vuoto o viceversa

Infarto raccontato a burletta

Geniale anche nel racconto di una disavventura il creatore dei King Crimson parla della sua tragedia italiana a lieto fine

La guerra dei numeri

Lotta tra interpretazioni del reale non sostituisce il sentimento di sofferenza che se ne ricava

Merz ce l’ha fatta

C’è una legge antica in ogni assise democratica. Quando sussiste una maggioranza di misura quella poca quantità che sente sia alzato il suo peso specifico per aderire alla maggioranza alza il prezzo. E spesso lo fa facendo mancare il voto a sorpresa, creando panico, imponendo una verifica, per richiedere la sua posta molto più alta di quanto la percentuale limitata consentirebbe. Succede in ogni parte del mondo, è successo anche oggi in Germania dove l’aspirante presidente Friedrich Merz ha dovuto incassare una prima bocciatura dal Parlamento prima di essere effettivamente eletto dal Bundestag al secondo turno. Farlo è stato possibile attraverso un’operazione di maquillage istituzionale: si è votato un nuovo ordine del giorno dove è inserito nuovamente il vaglio per il nuovo presidente. Stavolta però per votare la proposizione dell’ordine del giorno c’è bisogno dei tre quarti della Camera. Si è trovata e il presidente è stato eletto con 325 voti. Ne erano necessari 316. Alla prima conta gli mancavano diciotto voti della maggioranza presumibile. In quel primo scrutinio aveva contato 310 a suo sostegno, 307 contro, tre astenuti, un voto nullo mentre la maggioranza a sostegno di Merz avrebbe dovuto essere 328. Si sono chiamati Grosse Koalizion e comprendono l’unione tra Cdu-Csu e Spd. Ma è anche vero che mancano ancora tre voti alla conta finale perché avrebbero dovuto contare 328 voti.

Ora tutti a complimentarsi nello scrosciare degli applausi. Ma è quasi comico l’allarme generale generato in tutti i notiziari principali d’Europa. Come se fosse un grande campanello di allarme per la democrazia del continente. Il condimento non menzionato ma appena alluso consiste nella grande avanzata della destra pronta ad approfittare di uno stato di crisi.

Il dato storico per cui era la prima volta, dal 1949 che si creava una condizione di questo tipo serve solo ad evidenziare la primitiva democrazia tedesca. In quel ’49, infatti, come riportato da Welt, Adenauer fu eletto soltanto grazie al proprio voto.

Visti da vicino appaiono un po’ goffi questi tedeschi. Ben altro dal rigore teutonico divenuto su di loro proverbiale.

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