Non si capisce il motivo per cui poco più di un secolo dall’Origine della Specie di Darwin abbia fatto tanto scandalo il famoso testo di Desmond Morris che ha festeggiato il cinquantesimo anno giustamente celebrato e ristampato. IL concetto dell’esistenza di cento-novantatré specie di scimmie in cui è inclusa anche l’umanità fa ancora orrore ai più. Non è sufficiente la semplice eccezione della mancanza di peli e di una tipologia di pelle diversa. Anche se riteniamo come pienamente acquisita la laicizzazione della ricerca la differenza consistente nella spiritualità o in una forma di animismo pare debba sempre covare nel sottosuolo.
Il problema della natalità e della lenta emancipazione del neonato consiste nella radice di tante differenze evolutive in cui la specie umana si differenzia dal resto. La gestazione, la cura della madre nei confronti del piccolo, la difesa della tribù verso i nuovi nati, costituiscono i capisaldi della nascita delle prime società e l’evoluzione del linguaggio da questi animali.
Ma tutto questo non è parso essere sufficiente. Il libro fu bersagliato per la mancanza di riferimenti bibliografici caratteristici delle ricerche accettabili nell’ambito accademico. Ma l’autore ammette di aver voluto fortemente questa versione proprio per dare piena accessibilità del testo a tutti. Ed a ben guardare una vera rivoluzione dei contenuti consiste proprio in questo.
Il dibattito evoluzionistico si emancipa dalla dimensione accademica per diventare un fatto fortemente democratico. Troppo, secondo i detrattori. Oppure la ragione invisa in questa procedura sta nel fatto che diventerebbe un elemento decisivo evoluzionistico anche la discussione scientifica riportata a livello di senso comune. Un passaggio che le accademie di tutto il mondo non accettano.
Cinquanta anni e più dopo, successivamente a tanta opera di divulgazione scientifica, ci troviamo in una condizione opposta per cui il dibattito meanstream non salva l’alta teologia come la più evoluta tecnologia. E allora proprio perché appare compiuta, la rivoluzione della scimmia nuda, prima che travalichi gli obiettivi posti, deve essere riletta per cominciare a coprire l’eccesso di flatus vocis ancor più delle pudenda.
Desmond Morris, La Scimmia Nuda – 1967- ed. Bompiani, 1968, Milano, pagg.244