Esilarante la narrazione di Elisabetta Aniballi sul suo blog. Riporta una vicenda accaduta a Tivoli e fa un parallelo con la storia raccontata nel film con Nino Manfredi – Anni Ruggenti, regia di Luigi Zampa (1962) – che a sua volta riprende dalla pièce teatrale di Nikolaj Gogol. Come nella migliore commedia satirica si basa sull’equivoco. Un semplice professionista arriva in una località e viene scambiato per la visita di un ispettore di regime. Vengono riservati a lui grandi riconoscimenti e parate di rappresentanza, tanto che l’uomo pare entrare per un po’ nella parte e quasi crederci. Il tutto fin quando, ovviamente, è svelato l’equivoco.
Il fatto accaduto nella realtà a Tivoli presenta un rovesciamento dalla rappresentazione comica cine-teatrale. Vuole, in sostanza, dire che la realtà effettuale oramai è sempre più comica della finzione.
A Tivoli è arrivato, atteso ed invitato ufficialmente, il ministro dell’istruzione Valditara. Tutti lo sanno e tutti lo riconoscono. Ma non tutti veramente. Il sindaco in persona pare ne fosse disinformato, tanto che deve riparare alla manchevolezza presentandosi all’evento nella scuola tiburtina. (Il tutto da precisa descrizione dei fatti di Aniballi).
Ma al ministro in persona non evidenziano solo la bravura degli studenti e il funzionamento del sistema formativo locale. Si presentano con una rappresentazione che secondo una descrizione dell’opposizione risponde a un balletto di hip-hop. L’argomento è oggetto, infatti, di obiezione della parte politica avversa. E tutto quindi finisce nel solito ping-pong della polemica e della replica.
Secondo il sindaco, intervenuto comunque all’evento, oltre al balletto ci sono state prove di alte capacità di elaborazione culturale da parte degli studenti, insieme al mero momento ludico.
Ma qui si potrebbe rispondere che non c’è nulla di strano, di bizzarro o di mal riposto nel proporre un momento ludico come aspetto di altri elementi formativi. Di qui si potrebbe replicare che le risorse del PNRR riconosciute all’istituto sono mal gestite se finalizzate al gioco che potrebbe svolgersi anche senza speciali supporti strutturali.
Ma sopra a tutte le obiezioni e controrepliche: la domanda su cosa si aspettava veramente il ministro Valditara da questa visita. Ma in questa congerie di storie, balli e prove di intelletto finiamo in una nuova scrittura filmico-teatrale. Solo che qui non c’è finzione.