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domenica, Giugno 22, 2025

Compito di maturità

Esame per capire quanto si è dentro la realtà effettuale o invece in mondo di immagini

Niente più scontrini

Grandi minuscole trasformazioni sono in atto

La “pazzia” di Putin

Si può definire “pazzo” il presidente che col suo esercito bombarda pesantemente un popolo assediato mentre sono in corso trattative? IL primo aggettivo che sorge spontaneo non attiene alla “pazzia” come invece ha detto Donald Trump. Ed è bizzarro che il Presidente degli Stati Uniti abbia selezionato proprio questo appellativo superando, come oramai è stato fatto già da tempo, quell’etichetta per cui le parole tra massimi rappresentanti di uno Stato dovevano essere necessariamente equilibrate. Un lontano ricordo!

Oggi i leader parlano come la persona della strada e tutto questo dovrebbe servire ad avvicinarli a questa figura sociale dello stereotipo rinunciando all’effige di persone superiori in quanto eletti (se non dal divino ordine delle cose dall’investitura democratica).

The Donald supera ogni mediazione e ogni filtro. La gente comune deve sapere quale è l’esatto indirizzo del suo pensiero.

Ma è proprio per questo che avviene il ragionevole sospetto sul vero indirizzo di queste dichiarazioni pubbliche. Queste servono a convincere sulle buone intenzioni del proferente e sulla legittimità del giudizio da ascrivere al destinatario.

È ben diverso da quanto i due, Trump e Putin, con un codice loro probabilmente dicono nei loro accordi. Se ci fosse il legittimo sospetto che il Presidente degli Stati Uniti è a conoscenza delle reali intenzioni del Presidente della Russia il sottacerne sarebbe considerata una dimostrazione di intesa.

Putin, come del resto anche Netanyahu, deve finire il lavoro di creare maggiori danni al popolo vicino verso il quale avverte il suo più profondo disprezzo. Convinto come è che il pensiero comune del suo popolo sia sostanzialmente con lui, vuole terminare il suo lavoro al più presto prima che le condizioni generali lo fermino definitivamente. Prima dovrà fare il massimo di quanto gli è stato sostanzialmente concesso dagli altri.

Ed è in tal senso la sua pazzia vera. Non si conoscono le modalità per cui questo perverso meccanismo vendicativo possa interrompersi. Non ci sono campagne di disapprovazione mondiale in grado di fermarli. E poi, in definitiva, non ci sono. Gli interlocutori che contano stavano alla parata di Mosca con lui e sono le sole persone con le quali vuole avere a che fare.

Resta il problema, esattamente lo stesso del suo collega israeliano, di dove si ferma il travalicare i limiti di questa indecenza che però, abbiamo visto, ha un metodo.

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