Nell’omelia per la messa di ordinazione che ufficia undici nuovi sacerdoti, Leone XIV indica una missione assai più delicata di decisiva per il futuro della trasmissione del messaggio cristiano: “la trasparenza della vita.
In questo grande messaggio che ha il coraggio di mettere a nudo il vero vulnus di credibilità nel messaggio di Santa Madre Chiesa Leone XIV ne esprime un altro assai più sottile e decisivo nella dimensione della missione trasmissione del messaggio cristologico. E cioè l’essere, il corrispondere, sostanzialmente, a degli annunciatori del messaggio divino. Una sorta di araldi dell’Essere assoluto.
In tal senso il Papa chiede ai preti di stare dentro il popolo di Dio. Perché la cristianità è possibile viverla nel comportamento cristiano e questo si fonda nella vita di relazione e nei rapporti sociali. In tal senso, stare dentro il popolo di Dio. Ma è questa l’unica condizione – e qui il richiamo di prima all’araldo del messaggio cristiano – per essere un vero prete: lo stargli avanti. Essere suo testimone. Ma per essere credibile lo si può solo con le azioni concrete.
L’Ansa riporta: Insieme, allora, ricostruiremo la credibilità di una Chiesa ferita, inviata a un’umanità ferita, dentro una creazione ferita. Non siamo ancora perfetti ma è necessario essere credibili”, ha sottolineato Papa Leone. “L’amore del Cristo infatti ci possiede”, “è un possesso che libera e che ci abilita a non possedere nessuno. Liberare, non possedere”.
(E qui un’altra concettualità che ha bisogno di essere enucleata per il suo significato estensivo. Il possesso visto non come atto di supremazia e di acquisizione di un bene – pur questo spirituale e morale, quale è il messaggio cristiano – bensì come momento di liberazione. Ma la liberazione di sé stessi vale nel momento in cui libera: si pone come facoltà per gli altri di vivere la stessa condizione di superamento delle angolosità vincolistiche alle quali siamo obbligati da costrizioni vincolanti).