L’innovazione ad opera dell’intelligenza artificiale corre velocemente e gli operatori miliardari di imprese di comunicazione debbono correre più di lei per anticiparla. Succede così al povero Facebook di trovarsi in affanno nell’innovazione. Tanto che il poverino sarebbe costretto a chiedere al gestore di un profilo qualsiasi della sua piattaforma di dare l’assenso affinché si condividano fotografie presenti nello smart ma non caricate sul Social.
Che se ne fa il colosso della comunicazione telematica delle foto personali che ci teniamo nel telefono? Le servono per predisporre la piattaforma. In altri termini lo ha anticipato Techcrunch: “poter accedere alle foto personali che gli utenti non hanno ancora condiviso sul social network potrebbe dare all’azienda un vantaggio nella corsa all’intelligenza artificiale”.
Significa che potrebbe avvalersi di immagini da utilizzare per le sue utilità e che però fino a quel momento non possedeva nella sua memoria mostruosa.
Gli utenti quindi si vedrebbero apparire la richiesta da Facebook, con facoltà di negare l’assenso e non consentire l’operazione. Sempre il sito Techcrunch riporta che ci sono già testimonianze per cui è stata fatta questa richiesta. C’è quindi il fondato sospetto che il colosso telematico già abbia visto queste foto e ne sia, per così dire interessato, come materiale da aggiungere al suo infinito repertorio. Probabilmente tutto si giustifica con la necessità attuale di impinguare il materiale a disposizione dell’intelligenza artificiale con ogni dove riguardante il luogo che abita: la Terra e l’umanità a cui dice di offrire servizi.
Non si capisce però perché il Social debba fare il primo della classe e affrettarsi a fare questo lavoro. Non è chiaro se è stato richiesto o se è un modo per essere all’avanguardia.
Retroguardia sono sicuramente coloro che per cavalcare la tigre si fanno divorare da questo meccanismo inglobante e assorbente.