Ora si misura il livello di caldo attraverso l’analisi del consumo di energia finalizzato a lenirla. E negli ultimi giorni si registra un grande balzo per i consumi elettrici determinati dall’ondata di caldo nel nostro paese. Sono quindi i condizionatori che non mandano solo refrigerio ma anche pompano la domanda ai massimi in questo anno. E non sembra una grande scoperta!
I maniaci dei numeri si troveranno appagati nel sapere che i valori giornalieri viaggiano attorno ai cinquantaquattro gigawatt. Chiaramente l’impennata si è registrata questa settimana.
Prevedibilissimo e ovvio. Chiaramente. Ma il dato offre il compiacimento della conferma o della dimostrazione di essere conferito dai numeri. Quando un dato non è solo percepito e comunicato ma anche enucleato in cifre piace di più.
Ma va detto anche che non sono ancora stati raggiunti i valori del 2024 pari a cinquantotto gigawatt.
E come mai? E qui c’è il lavoro per lo statistico. Il fabbisogno di elettricità non può che essere alto e così rimanere. E andando a vedere gli ultimi dati forniti a Terna si evidenzia il fatto che lo scorso anno stavamo peggio. Non solo. Nel 2023 invece si era arrivati a 58,75 gigawatt.
Quindi tanto catastrofismo per l’attuale indica anche scarsa memoria per il recente vissuto. Del resto, si sa, la sofferenza è un dato che viene rimosso e anche come nozione generale si tende a bypassare nelle memorie. Eppure l’altr’anno faceva caldo come oggi anche forse di più. Ce lo dicono i numeri. Ma non quelli della temperatura, fallibili e falsificabili. Ce lo dice l’economia del consumo che non sbaglia.

