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Filosofia e Fisica, in definitiva, debbono essere guardati con la stessa prospettiva. La prima non rappresenta un mondo di illusioni determinate dalla immaginazione produttiva e la seconda non consiste nell’individuazione della realtà per quello che è. Trattasi di uno schematismo rispettabile ma attinente alla Storia delle evoluzioni di questi due saperi. A veder bene, in definitiva, non divergono gran ché. E per il fisico degli indeterminabili questo non significa tentare una mediazione inusitata bensì osservare l’evoluzione del sapere scientifico come integrazione della capacità interpretante.

Il testo non deve essere vissuto come una scorribanda di peregrinazioni storico linguistiche semmai deve essere uno strumento utile per dimensionare esattamente i due stati analitici. Si presenta come un ottimo manuale liceale per comprendere in testo che, non scivola mai nella verbosità, tutte le tappe fondamentali dei due ambiti studiati in modo nettamente distinto.

Del resto non è nuova la tesi per cui la vera filosofia dei nostri decenni è data dalle evoluzioni avvenuto nell’ambito della ricerca scientifica, ma tantopiù nella ‘ introspezione ‘ relativa alle cose materiali ed esistenti.

IL percorso, in definitiva, finisce per essere assai rispettoso delle storicizzazioni classiche. Si pone infatti Duns Scoto e Guglielmo Occam come i veri iniziatori del nuovo corso rappresentato dalla scienza fisica. Sempre più ci si discosta dalla visione delle cose e dalle ipotesi forti per dedicarsi con circospezione al mondo della realtà effettuale considerandolo, un po’ a mo’ di postulato, come autoevidente.

Ma è pur vero che se l’evoluzione ha visto la prima affermazione del fisicismo newtoniano, l’evoluzione della Fisica guarda invece alle visioni del mondo e alle applicazioni di come certe tesi potrebbero essere esaustive dando la chiave per la comprensione maggiormente estensiva di quanto è dato.

La novità della trattazione consiste nel trattare con massimo rispetto la tradizione filosofica evitando di tradurla in una sorta di burletta come avviene in diverse edizioni saggistiche di studiosi fisici famosi.

I due ambiti debbono continuare ad essere preservati e sempre più si pongono come confondibili l’uno con l’altro. L’unica grande differenza è il dato dal solco storico che ne segna la cesura e la grande differenza. Ma l’investigazione della mente oramai va stretta in catalogazioni storicistiche. Quanto c’è da sapere è troppo e tutto raffrontabile con categorie non sempre ravvisabili in natura.

Si potrebbe adottare il testo nei licei scientifici come base di studio per equiparare anche i due insegnamenti. Nessuno dei due ambiti ne uscirebbe con disonore.

Werner Heisenberg, Fisica e filosofia, ed. Feltrinelli, 1938, Milano 2013, pagg. 204, euro 24

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