A Milano ora “volano gli stracci”

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Come era prevedibile in un contesto in cui le leggi sono imperscrutabili e si deve faticare tra approvazioni in diversi sedi deliberative, tecniche e amministrative, in cui i pareri dicono tutto e dicono niente insieme al loro contrario, in cui le cose sono portate avanti perché debbono essere portate avanti, a fare le consegne dei danni peggiori chi sono? Coloro che sono imbattuti in questi gineprai di regole, regolette, permessi e concessioni e si sono inseriti con l’investimento della vita: una casa di proprietà. Tutto bloccato. Insieme al resto dei cantieri che dovranno prendere forma a data da destinarsi e a problemi disciolti.

Ed a protestare in modo forte sono le cosiddette famiglie sospese. Hanno detto a chiare lettere in un comitato diramato a tutte le agenzie: “Le vittime accertate della bolla urbanistica milanese siamo al momento solo noi”.

Ma questo potrebbe e non dovrebbe significare che lo sciogliere di queste sospensioni significhi un foglio di via per le cose che oramai debbono essere chiarite a tutta la città e al sistema-nazione.

Il problema è che sono in più di quattromila famiglie a rimanere senza casa dopo averla incautamente acquistata su un progetto. Ora che è agli arresti domiciliari l’assessore alla Rigenerazione urbana di Milano, Giancarlo Tancredi, non potrà esserci alcuna formula semplificatoria per governare l’esistente perché anche un facente funzioni non metterebbe mano a una situazione eredita già di per sé molto intricata e scottante.

Con il sindaco di Milano, Beppe Sala, indagato per falso, non ci sono molte prospettive per rapido chiarimento dei problemi. Il sindaco potrbbe anche essere indagato anche per induzione indebita a dare o a promettere utilità nel contesto del progetto del “Pirellino”, dove l’accusa o il semplice sospetto adombra a qualche sua pressione affinché si risolvesse il problema sospeso.

Gli stracci però potrebbero fornire una sorta di alibi in termini di grandi dinamiche degli interessi reali affinché le decisioni siano raggiunte in breve. Perché a questo punto l’interesse alla crescita di una città non può trovare intoppi nella cultura del sospetto. A meno che ben oltre il sospetto ci siano prove schiaccianti che attestino corruttele e facilitazioni eccessive. Lì salterebbe una nuova tangentopoli.

Ma gli interessi generali portano a ben altro. E la parola Economia in una città come Milano non può conoscere arresti per via di una inchiesta giudiziaria basata sulla semplice poca chiarezza.

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