Con dono! Il governo non può esimersi …

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C’è una parola che è attesa dall’italiano medio in tutto il corso legislativo. La parola è condono. Riscatto cioè dalle distrazioni del passato, dalla memoria insofferente alle scadenze, tanto più al proprio costante senso di inadeguatezza al mondo delle regole obbligatorie e stringenti.

Una condizione claustrale dalla quale non ci si libera se non praticando propri momenti di gestione totalmente isolata dal resto di appartenenza.

Ed è a questa dimensione sociale si dedica ciascuno dei governi in carica. Non si tratta solo di un modo di fare cassa ma anche di recuperare con un mondo di maggioranza non apparente. Su questo sprone è stato approvato alla Camera il decreto fiscale 2025 che introduce sanatoria, ravvedimento, nuove regole sui controlli e scadenze fiscali.

La fase decisionale al momento è tutta in Camera dove è stato approvato il Decreto fiscale con l’intendimento di togliere qualche velo dell’opacità nel rapporto tra Fisco e cittadini. Contiene ritocchi diretti a partite iva e concordato biennale. Di qui il passaggio in Senato che dovrà decidere entro luglio.

Il Decreto affronta diverse questioni: regolarizzazione agevolata e concordato biennale, verifiche più motivate e trasparenti, deduzioni, rimborsi e tracciabilità delle spese, novità per Imu, aliquote e incentivi ai lavoratori.

Sul primo sostanziale argomento relativo alla regolazione si parla di “ravvedimento speciale”. Si potranno sanare irregolarità fiscali relative agli anni 2019-2023 e saranno diretti a coloro che aderiranno al concordato biennale nel biennio 2025-2026. Quindi questa sanatoria è diretta a coloro che accettano il concordato biennale di chiudere i conti con il Fisco per il periodo 2019-2023. Dovranno versare imposte sostitutive e saranno proporzionate al proprio livello di affidabilità fiscale. Le percentuali adottate cresceranno al calare del punteggio Isa e con un ulteriore sconto del 30% per il biennio della pandemia.

IL pagamento previsto è entro marzo 2026. Si prevedono dieci rate mensili.  Si potrà pagare in un’unica soluzione entro marzo 2026 o in dieci rate mensili. Così si ritiene di poter incassare quattrocento milioni sulle minori entrate distributive.

L’opposizione parla ritualmente di premio per i furbi e burla per gli onesti pagatori precisi e puntuali alle scadenze. Ma anche gli onesti non dovrebbero trovare offesa nell’ingresso degli altri nel loro solco. Si tratta di un titolo di merito, quello di onestà, riconoscibile solo nei fatti.

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