Col presidente americano tornato alla Casa Bianca in modo inaspettato e dopo un anno di sue performance è maturo il tempo per una nuova considerazione della politica come rituale e come regole di ingaggio della dialettica tra le parti. È stato infinitamente criticato il suo stile quantomeno ruvido e il modo di parlare secondo il senso comune. Non avevamo mai visto parlare una grande leader mondiale come uno qualsiasi di noi che ha perso le staffe e dice chiaro e tondo come la pensa. O almeno adottando le vie nette e chiare intende capire quali sono le reazioni, quindi può trarre il massimo potenziale da una situazione data.
Il comportamento, se perdurato, se questo ciclo di presidenza dovesse arrivare a dei risultati apprezzabili, potrebbe segnare l’inizio di uno stile comportamentale nuovo che potrebbe coinvolgere anche altri esponenti. Avremmo quindi un appiattimento tra modi d’essere comuni e diplomazia con i suoi stilemi di linguaggio e di comportamento.
Un esponente tedesco, ex ministro della difesa, Karl-Theodore zu Guttenberg, ha voluto dare un avviso ai dilettanti che affollano le responsabilità del Vecchio Continente a livello di politica internazionale. Dice in sostanza che i leader europei debbono scendere a terra. “è inutile inviare messaggi alla Casa Bianca in stile pomposo e del tutto inservibili perché capiscano che questa strategia del dialogo soffice non porta a nulla, mentre abbiamo immediato bisogno di risultati”.
D’altra parte Trump non le manda a dire. Sulla sua chat privata è stato denunciato il fatto che pare abbia scritto: “Emmanuel Macron guida una Francia allo sbando, incapace di svolgere i suoi doveri e si rende ridicolo”.
E se l’è presa anche con l’alleato di sempre: il Regno Unito. In verità ha tuonato contro Keir Starmer, l’inquilino di Downing Street. Il premier inglese aveva pensato a un modo per avanzare nel progetto di offensiva militare tecnologico teso ad affondare senza rischi in acque internazionali le flottiglie russe.
Trump non apprezza l’iniziativa e gliele manda a dire. “Ma chi ti credi di essere?” E ancora non ci va sul tenero: “governi un Paese divorato dall’immigrazione clandestina, i tuoi concittadini muoiono di fame e tu fai credere di essere il leader dell’Occidente? Soltanto io sono il leader dell’Occidente e ti do il consiglio fraterno di sparire”.
A parlar chiaro si va. Ora i risultati in Ucraina e per la tregua a Gaza sono i soli a potergli dare torto o ragione. Ma è difficile capire quale è la soluzione preferibile.