Flottilla, non si parla d’altro …

0
61

Dicevamo che la vicenda delle imbarcazioni recanti generi alimentari di conforto per la popolazione di Gaza aveva il pregio di colmare un vuoto di azione da parte dei governi rimasti sostanzialmente ingessati, al di là di alcune petizioni di principio, sulle attività da intraprendere in relazione a questo conflitto a senso unico.

Il vuoto della politica è consistito anche nella copertura di un vuoto sociale perché ne è nato un nuovo spirito manifestante che ha visto le piazze piene nell’ultimo fine settimana, ma solo in Italia.

Dibattiti televisivi parlando della fine dell’impresa della Flottilla dove l’equipaggio delle imbarcazioni è stato costretto a scendere ha trovato albergo nelle patrie galere israeliane per poi ritrovare la strada di casa un giorno dopo. Quindi anche i palinsesti dei nostri tiggì che si riempiono dell’ultima nota di quelli dell’equipaggio contribuiscono a costituire questo senso di copertura dibattimentale invece latitata in tanti anni in cui ci si è divisi alla manichea tra centrodestra e centrosinistra.

La preoccupazione che ora insorge consiste nella domanda: di cosa parleremo domani? Come continueremo a litigare? Su quale argomento troveremo il conforto della divisione?

Sì, perché come è successo in diverse altre occasioni – il movimento delle sardine, i girotondi, il movimento per la pace e gli scontri a Genova, le manifestazioni contro la guerra in Irak – qualche giorno dopo non ne parlava più nessuno. Totalmente derubricati. In più non erano riusciti a costruire genio e capacità organizzativa permanente per costruire un nuovo soggetto politico partito dalla contestazione contro lo status quo.

Diversamente il quadro politico della sinistra resta a guardare e ad approvare considerando tante prove di piazza come la dimostrazione dell’inanità del governo o della capacità di non rispondere alle necessità richieste dai tempi. Il vuoto totale però in un senso di organizzazione e di elaborazione propria del momento in corso.

Quello che ha dimostrato la Flottilla, insieme al beau geste che agli italiani piace sempre, è quanto i movimenti possono nascere se sollecitati giustamente ma anche quanto la politica propriamente detta se ne stia nelle stanze a guardare, osservare, e, se del caso, approvare con distacco.

Segna, quindi, un allontanamento ancora più forte dalla politica rappresentativa per il miraggio della rinascita di una politica nata dal sentimento del proprio tempo.

Ma l’altro di cui non si parla, oltre alle vicende inerenti l’impresa della Flottilla, saranno il nulla di cui continuerà a parlarsi domani. Con buona pace di tutti.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here