Martedì scorso in Consiglio comunale si è deciso per mettere in vendita la struttura del glorioso stadio Meazza di Milano. Arrivare a questa conclusione sofferta è stato possibile in piena notte grazie all’astensione di Forza Italia che è uscita dall’aula consentendo alla maggioranza in crisi di ottenere maggior numero di voti sull’opposizione contraria.
Ma si tratta del classico caso in cui ‘favorevolezza’ e contrarietà viaggiano insieme nelle motivazioni arrivate poi alla sofferta decisione. Ciascuno ha buone ragioni per dire a sé stesso che è giusto porre fine a una struttura che ha fatto il suo tempo ma che ha anche una grande storia e sarebbe un peccato non averne vivida testimonianza. Ma si dice anche a sé stessi che la corsa verso la nuova infrastrutturazione deve pur trovare degli stop davanti a certe tappe sentimentali, ancorché di memoria condivisa in ogni milanese. E forse anche da altre città un monumento del genere è riconosciuto.
Piangere per la fine del Meazza e brindare per la nascita del nuovo business commerciale possono far parte dello stesso comportamento che non può essere suddiviso semplicemente tra opposizione e governo della città.
Quasi interessa meno capire chi ha votato a favore e chi ha votato contro la drammaticità del momento entra in entrambe le reazioni al problema di adeguamento di una città rimasta troppo ferma all’adeguamento. Gli ambientalisti e i sovranisti si ritrovano insieme per il no. I riformisti di destra e sinistra scoprono, ma già lo sapevano, di avere con questa altre affinità e votano per il sì. Conseguenza: il centrosinistra prevedibilmente diviso. Ma, si ripete, tra sviluppo e conservazione, la contraddizione è presente in ogni parte del campo umano oltre che sociale, tantopiù nel tessuto politico di rappresentanza.
Ma nella dialettica inesistente tra grandi concentrazioni metropolitane, Milano ha il coraggio di dare una risposta definitiva a un problema che Roma non riesce ad affrontare pur avendone maggiore impellenza. Anche questo somiglia un confronto tra modelli sociali distanti tra loro, anche se dovrebbero far parte dello stesso.
Ma d’altra parte la contraddizione, banalmente detta tra innovazione e tradizione, abbiamo detto far parte del tratto di un’intera città e anche del soggetto giudicante. Come può risparmiare il senso di un Non-sistema-paese?

