Gli aiuti finalmente arrivano a Gaza. Alcuni camion sono entrati a Gaza. Pare trasportino aiuti umanitari destinati a dare assistenza alla popolazione di Gaza. La notizia è stata data dalla Cnn e rappresenta l’apertura forse ancora più grande della fine dei bombardamenti.
La fonte dichiarata da Cnn è il Cogat che è l’agenzia israeliana deputata a gestire questo tipo di operazioni. Cogat riporta la presenza di “attrezzature mediche, forniture per rifugi, nonché carburante per operazioni essenziali e gas da cucina”.
Si annunciano anche le riparazioni per le infrastrutture di maggiore urgenza da rimettere in funzione. “Nelle prossime settimane, il World Food Organization aumenterà il numero di panetterie” – la dichiarazione rilasciata dal Programma Alimentare Mondiale.
E tornano anche gli ostaggi. Gradualmente ma stanno tornando. I primi iniziano domenica e lunedì. D’altra parte sono anche iniziati i trasferimenti degli ergastolani palestinesi. Ci sono dei disappunti per il rilascio di alcuni arrestati eccellenti come Marwan Barghouti e Ahmad Saadat e in tal senso la trattativa continua.
A garantire le operazioni arrivano anche duecento militari dagli Stati Uniti. Non entreranno a Gaza per ovvi motivi di opportunità.
Il sistema di cambio tra i due ambiti antagonisti si fonda su criteri di riconoscimento del valore di valuta di ciascun oggetto di scambio assai difficile da decifrare. Già difficile capire l’equità nel cambio tra un ragazzo buttato in prigionia due anni fa durante una festa contro a un numero imprecisato di guerrieri o terroristi.
Assai più difficile stabilire lo stesso scambio dove la merce da garantire si tratta di aiuti alimentari e dell’inizio di un minimo di infrastrutture.
La valuta della pace ha una stima fluttuante perché relativa ai rapporti di forza o alla determinazione nel saperla affermare.

