Inizia solo ora il laboratorio Toscana

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In Toscana hanno perso tutti. L’affermazione di Eugenio Giani ha un respiro corto perché difficilmente prospettico di qualcosa per il centrosinistra. Il 47,73% dei votanti in una regione come la Toscana deve far ben riflettere. La Toscana, come l’Emilia Romagna, la Liguria e la Lombardia si sono sempre distinti per la grande partecipazione alla cosa pubblica specialmente nelle dimensioni dei propri territori.

Il fatto che abbia votato meno di uno su due degli aventi diritto fa ben pensare sullo “scollamento del paese reale” ma in altri termini più propriamente sulla forte crisi della democrazia come forma di organizzazione sociale di arrivare a decisioni tese sempre per la collettività.

Solo cinque anni fa in Toscana aveva votato il 62,60% degli aventi diritto. Allora Giani prese 864.310 voti totali ieri ne ha totalizzati 752.484. In sostanza ha perso 111.826 voti e non si può puntare l’indice tutto sulla debacle dei Cinque Stelle. Il partito di Conte ha perso sessantamila voti. Gente evidentemente che poco convinta non ha votato. Ma non si può attribuire solo a loro la responsabilità di questa debacle profonda, pur nella vittoria di coalizione. Lo stesso vale anche i dem hanno perso circa centomila voti, pur confermandosi sempre primo partito della Toscana.

Perde chi ha vinto. Ma anche vince chi ha perso. Si pensi al partito di Giorgia Meloni che diventa secondo partito della Toscana aumentando del tredici per cento i propri voti, pari a centoventun mila in più.

Chi cresce di più è FdI, che diventa il secondo partito in Toscana grazie a un +13% e oltre 121 mila voti in più. Dall’altra parte del fronte vince anche la sinistra irriducibile con Toscana Rossa in cui hanno confluito varie organizzazioni falce e martello e aventi Antonella Bandu come propria candidata presidente nella regione. La sinistra barricadera supera gli altri estremisti da comizi diretti da Vannacci della Lega. L’ex militare è l’altro vincente uscito però sconfitto. Probabilmente la massima dirigenza leghista considerando persa la battaglia in Toscana gli hanno dato carta bianca nella gestione mai i pallidi risultati ne ridimensioneranno la statura di invincibile. Si consolano con l’ottenimento di un seggio.

Si tratta di vedere però come verranno gestiti tutti gli altri con la presenza di varie opposizioni, da destra e da sinistra. E come la nuova maggioranza gestirà l’inquilino diventato maggiormente influente. Si sta parlando della crescita dell’ala centrista di Matteo Renzi che sicuramente vorrà dire la sua molto spesso.

Il fatto che la democrazia consista in un gioco molto meno chiaro ed evidente, diversamente da quanto ci si aspetta, darà molta attenzione al governo della Toscana. Tanto più davanti a un presidente che probabilmente, per numero di mandati espletati, dovrà svolgere l’ultimo mandato.

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