Chiara balla da sola

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Andava stretto nel con un inquilino despota sottile come Antonio Conte, sempre meno Dottor Sottile sempre più conglobante l’immagine di quello che un tempo fu un movimento.

All’ex sindaco di Torino andava giù la troppa vicinanza col PD. Ed è un tratto di vecchia politica. A stare troppo vicino un alleato si finisce per somigliargli troppo e l’elettorato non distingue più le differenze tanto da preferire dei due quello che appare più strutturato o almeno numericamente più attrezzato. Succede un po’ in tutti i casi di specie nella conduzione di un’alleanza. D’altra parte trovare una conduzione che sia distaccata ma in contempo conservi la saldezza di una coalizione diventa difficile.

Difficile, tantopiù davanti i fatti di Milano. Appendino trova semplicemente scandaloso – lei lo dice in modo più articolato ma il senso è quello – il fatto che per favorire la crescita del Pil interno di una città si dia carta bianca ad ogni appetito estensivo dell’edilizia. Ha proprio dichiarato che nei panni di sindaco di Torino si è trovata nella stessa situazione e senza indugi ha preferito rifiutare le lusinghe arrivato dal partito dei costruttori.

Chiara Appendino, ma in molti nel Movimento Cinque Stelle, non approvava la candidatura di Giani a presidente della Regione. Non è mitigata neanche un po’ dalla sua affermazione, anzi trova conferma davanti la pessima riuscita della sua formazione.

Non è convinta dalla logica dell’avvocato leader per la quale stando vicini al pesce grosso si finisce per raccogliere gli scontenti usciti in circostanze più diverse. Sicuramente è vicina ad abbracciare il recupero di un’immagine di partito della contestazione, tale da riuscire a raccogliere i molti voti delusi rifluiti poi nell’area del non voto. Quella era e quella deve restare la vocazione del Movimento Cinque Stelle, sempre dire Chiara contro lo scuro dei tempi prospettati verso il dileguarsi nell’inconsistenza assoluta.

D’altra parte, si dirà, le elezioni territoriali sono sempre state galeotte per il Movimento. Ma non quando era ancora “movimento”. Ed è per questo che la prospettiva di un ritorno alle origini sia la scelta necessaria.

Ed è Chiara che balla da sola la nuova figura destinata a dare volto a questo revival. C’è solo da vedere come balla. Del resto le donne leader pare che piacciano al nostro elettorato.

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