Manovra da diciotto miliardi

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Non segna quello che poteva essere un obiettivo storico e cioè l’uscita dal controllo europeo. L’Italia non èa uscita, come era invece stato predetto, dai controlli della Corte dei Conti Europea sui conti, bensì l’adeguamento alle regole europee in materia di finanza pubblica. Quindi la Corte dei Conti Europea continua ad avere la responsabilità di controllare le finanze dell’UE e di garantirne una corretta gestione.

Giova ricordare che il ruolo della Commissione Europea consiste nel monitorare i bilanci degli stati membri, proponendo il bilancio annuale e supervisionando il rispetto delle regole fiscali.

Sempre i nostri controllori europei ci dicono – ma noi lo sapevamo benissimo da soli – che per il sesto anno consecutivo c’è un parere negativo sulla spesa. Secondo il loro supremo giudizio una parte sostanziale dei fondi europei non è stata utilizzata in conformità con le regole. Tutto questo alla vigilia della presentazione e approvazione della manovra di bilancio italiana. La questione di primaria importanza però non ha fatto parte del dibattito italiano in corso dove ci si accapiglia su qualche zero virgola da distribuire a favore di questo o quello o giustamente sulla tassazione degli extra profitti. Dove il paradosso stavolta vuole che sia il ministro in persona a fare la parte del leone nella conduzione dell’obiezione più rilevante per cui le banche quando vanno in deficit o proprio in crisi chiedono l’aiuto dello Stato ma quando sono in surplus da ricavo appaiono renitenti a ridistribuire un poco della ricchezza accumulata.

Per altro la manovra vola basso. Da sottolineare l’aumento del bonus per le mamme lavoratrici da 40 a 60 euro mensili e l’esclusione della prima casa dal calcolo dell’ISEE per alcuni bonus sociali, con un limite al valore catastale dell’immobile.

Poi c’è la dolente nota del fisco. Si prevede il taglio dell’IRPEF per il ceto medio. La seconda aliquota è ridotta dal 35% al 33%, per un impatto di circa 9 miliardi nel triennio. Pari a un caffè al giorno ma saltando qualche giorno perché troppo caffè fa male, come troppa informazione.

Si prevedono investimenti alle imprese pari a otto miliardi. Una “Nuova Sabatini”. È il nome di una legge mitica che dette un grande contributo al rilancio delle attività produttive ed è sempre stata invocata negli anni. C’è un contributo delle banche agli investimenti nella sanità in cambio di una riduzione della tassazione su utili distribuiti.

Si approvato l’aumento della pensione anticipata di tre mesi, esclusi però i lavori gravosi e usuranti. Sale però l’età per andare in pensione dal 2027.

L’antica arte del togli e metti, del prospetti e poi sottaci è quella dei governi che fanno parte integrante della nostra tradizione.

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