Docente ordinaria di scienze dell’educazione, la professoressa Sofia Corradi è morta ieri. È stata una pioniera dell’università Roma Tre e l’ideatrice del programma col quale tanti giovanissimi hanno avuto la possibilità di fare viaggi di cultura e approfondimento in Europa.
Conosciuto come Progetto Erasmus da più di quaranta anni ha contribuito grandemente al grande progetto di sprovincializzazione della nostra formazione, tantopiù tra le giovani generazioni.
Di lei si è detto fosse una persona “di grande energia e generosità intellettuale ed affettiva”. Nella sua infaticabile attività ha vinto borse di Studio Fulbright e della Columbia University. Sofia Corradi raccontava con qualche autoironia di essersi formata a Graduate School of Law della Columbia conseguendo il “Master in Comparative Law” ma che nella segreteria universitaria italiana neanche sapevano che cosa fosse.
I suoi titoli erano anche italiani. Comprendono anche la laurea in Giurisprudenza, con lode, presso l’Università di Roma La Sapienza. Il suo impegno era quello di applicare la disposizione costituzionale per cui lo Stato italiano deve promuovere il diritto allo studio da parte di tutti rimuovendo le cause di eventuali impedimenti.
Il diritto allo studio come diritto umano fondamentale in Commissione per i Diritti Umani dell’Onu è stato l’incarico sul quale si è più distinta.
Ma la formazione come diritto universale non corrisponde solo a un’affermazione sociale e politica di primaria importanza, ma anche a un motivo di costruzione di una ricchezza di articolazione nella ricerca di nuovi saperi e di nuove ricchezze. È stata anche esponente nell’Accademia di Diritto Internazionale dell’Aja e nella London School of Economics.
Avrebbe meritato in vita nomine come senatrice a vita ma resterà comunque nella scrittura di una storia possibile e reale. I ragazzi universitari delle ultime due generazioni debbono dirle grazie.

