Ma c’era proprio bisogno di un’implementazione nel sedime a disposizione per la crescita tutta interna a una città? È proprio vero che questa marcia a tappe serrate per la ricostruzione continua – di un’immagine ma soprattutto di una sostanza e di una leadership nazionale – aveva bisogno di costruirsi tutta lì.
Di fatto nella sua Storia Milano è sempre ricresciuta dalle sue macerie più forte e produttiva “che pria” – tanto per stare sullo stesso pendant di quella che fu la figura macchiettistica del Nerone di Petrolini.
Milano che esce a testa alta dallo scempio della seconda guerra e dalla vergogna nazionale di Piazza Loreto, dalle edificazioni selvagge della ripresa che costituirono il boom economico nazionale ma anche lagne come il Ragazzo della via Gluck che dettero vita al nuovo conservatorismo mascherato da progressismo di Celentano.
Milano che è sopravvissuta dalle temperie del Pio Istituto Trivulzio che dettero vita ai grandi processi di Tangentopoli – ma come il germe della corruzione nazionale contro il treno del lavoro direzionale non stava a Roma?
Eppure Milano ogni volta ce l’ha fatta. Sopravviverà anche allo schema Sala per cui tutto si fa tutto si trasforma pur di non espandere la città ma di tenere tutto dove è. Semmai di demolire ricostruire con il solito gioco di tutela vincolistica nostrana di far apparire tutto come fosse una ristrutturazione.
Si chiama “rigenerazione urbana“. Si legge: ricostruzione ex novo. Del resto ex nihilo nihil fit. Per rilanciare bisogna aver lanciato precedentemente ed essere stato credibile nei precedenti lanci.
È detto tutto nel docufilm l docufilm Miracolo a Milano. È stato rappresentato in Senato e si tratta della versione filmica del libro pubblicato da Rizzoli. Milano che si racconta secondo il suo genius loci. Quello di anima produttiva del paese, quella di motore, o meglio di primo motore mobile: cioè che muove ma lui stesso si pone come emblema di continua mobilità – di risorse, di mezzi, di persone e di intelligenze.
“Milano vicino l’Europa” cantava Dalla. “Milano a portata di mano, fai una domanda in tedesco ti risponde in siciliano “ poetizzante Lucio Dalla chiosava sinteticamente virtù e ambiguità del luogo. Milano che dovrebbe trovare pace e accettare i coinquilini nazionali recedendo dal ricatto che pone a sé stessa di essere sempre prima. La consolazione di essere nella dimostrazione di essere celebrato può essere la più grande gratificazione del momento.

