Ci sono dissapori su questa Finanziaria

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“La manovra viene approvata dal Parlamento, quindi in Parlamento Forza Italia non voterà la norma che prevede l’aumento delle tasse sugli affitti brevi, mi pare che ci sia una maggioranza tale che possa permettere di cancellare questa decisione. Credo che si debba correggere la parte che riguarda i dividendi, l’articolo 18, altre tasse assolutamente da cancellare per quanto ci riguarda. Credo che il ministro Salvini debba occuparsi anche della città di Roma, visto che sono stati tagliati 50 milioni per la Metro C che erano stati inseriti l’altra volta. Il ministro responsabile è lui, io mi auguro che segua questo argomento. In Parlamento faremo altre proposte ma mi auguro che il ministro Salvini si occupi di questa cosa che evidentemente gli è sfuggita” (ANSA).

Lo ha detto Antonio Tajani, capo di Forza Italia e a capo anche del governo in scomodo vicinato a Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

E ci sono tutti gli elementi per far sentire a questa maggioranza qualcosa di più che una semplice vibrazione. I colpi assestati e restituiti riguardano i conti che le principali città si sono fatte nei lavori di riadeguamento delle loro infrastrutture. Toglierglieli dalle entrate prevedibili significa fare un attentato all’idea di governo delle due città più grandi del paese: Milano e Roma. Hanno il difetto di essere amministrate dal centro sinistra ma hanno anche molti elettori e forse il calcolo è quello di non lasciare il proprio elettorato di centrodestra deluso dall’inefficienza di giunte avverse.

Ma c’è dentro anche un’idea di governo. C’è la tassazione per gli affitti brevi. Forza Italia non la vuole. Così come quello che fu il partito di Berlusconi non vuole neanche prelevare più del prevedibile dalle banche. Non sono argomenti da poco sui quali si possa sorvolare.

E se in discussione sulla finanziaria certe divergenze saranno sicuramente superate la ferita resta e anche il senso del dissapore tra i due partiti ancella di Fratelli d’Italia alla guida di questo governo.

Ma tornando a cose sostanziali i tagli sensibili per le città non sono da poco. Si attesta il definanziamento di 50 milioni nel 2026 per la linea C della metropolitana di Roma. Immaginatevi i cantieri che restano aperti in attesa di rastrellarli con mille difficoltà dai propri bilanci.

Lo stesso vale per Milano: quindici milioni mancano per la linea M4 della metro. Anche Napoli piange con la riduzione di 15 milioni dei finanziamenti dedicati all’estensione della rete del trasporto rapido di massa tra Afragola e la metropolitana di Napoli.

L’assessore alla Mobilità del Comune di Milano vuole ancora sperare ci sia una risposta tecnica: “ci auguriamo che sia solo un’operazione contabile, perché altrimenti non avrebbe alcun senso” (Ansa).  

Di qui si andrà sicuramente alla richiesta di incontro tra i massimi rappresentanti delle amministrazioni delle città e il ministro dell’Economia Giorgetti. Ma in questo eterno gioco della coperta troppo corta potrebbero essere proprio i più grandi comuni a piangere come le aspettative deluse dei propri abitanti che vedranno sicuramente protrarsi i cantieri a finanziamenti da conquistare.

‘ Del resto – diranno dal governo dell’Economia nazionale – le fatiche per far entrare tutto da altri comparti dello Stato dovranno pur essere condivise. Se sono enti locali governati dalla sinistra allora è anche meglio ‘.

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