“Maduro ha i giorni contati “

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Ad esprimersi con questi toni e questa sostanza è Donald Trump. L’ipotesi che gli Stati Uniti possano intervenire in Venezuela si fa sempre più consistente, almeno nelle dichiarazioni. Ma si sa che quando parla The Donald si debbono fare le pulci di quanto detto e inizia così la semiosi del senso e del suo contrario – materia che ha vari studiosi ma nessuno specialista.

Ma in effetti ha minimizzato sulla possibilità di un suo intervento diretto degli States. I giorni del leader Nicolás Maduro sono contati perché sarebbe arrivato alla frutta – secondo il politologo Trump.

Il presidente degli Stati Uniti ha parlato alla Cbs. Ma è anche vero che Stati Uniti radunano unità militari nei Caraibi. Hanno già iniziato con offensive militari su navi che si ritiene siano indirizzate al traffico di droga.

Quindi Trump sull’ipotesi della guerra per intervento militare statunitense parla chiaro. Sull’idea di dichiarare guerra al Venezuela: “Ne dubito. Non credo”. Ma questo non significa dire “no”. Ed anche questa negazione non avrebbe negato del tutto. Quindi ogni risposta reale resta comunque aperta.

Ma i giorni di Maduro sono comunque contati. C’è da chiedersi perché e quale sia la base nozionale del presidente perché dia questa risposta.

Maduro negli Stati Uniti è stato incriminato per reati di droga. D’altra parte Maduro accusa gli Stati Uniti per aver costruito questo stato accusatorio, per altro molto credibile, per “imporre un cambio di regime”.

Al di là del dire queste due settimane sono state caratterizzate da operazioni di polizia territoriale sia nei Caraibi che nel Pacifico. Si parla di sessantacinque morti. Il contrabbando di stupefacenti consiste sempre nella minaccia per gli Stati Uniti, l’argomento centrale per i quali si è deciso di operare direttamente.

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