Ecco una frase che durerà. L’ha detta il Papa la ripeteranno in molti. Si tratta di stabilire la consistenza di questi ponti e le isole che intendono collegarsi tra loro.
Adesso siamo in una fase possibilista per cui tutti incontrano tutti. Trump invita il Leone XIV. Insieme al Pontefice rappresentanti di altre religioni, ma è il nostro Pontefice a farsi da estensore della nuova apertura nel mondo. “Sono convinto – ha detto – che, se saremo concordi e liberi da condizionamenti ideologici e politici, potremo essere efficaci nel dire ‘no’ alla guerra e ‘sì’ alla pace, ‘no’ alla corsa agli armamenti e ‘sì’ al disarmo, ‘no’ a un’economia che impoverisce i popoli e la Terra e ‘sì’ allo sviluppo integrale”.
IL problema è come dare sostanza alle petizioni di principio sulle quali concordano tutti. Ed è sul tutti che il nostro Santo Padre dà la prima grande esternazione agostiniana di universalità del bene. “A motivo delle radici ebraiche del cristianesimo, tutti i cristiani hanno una relazione particolare con l’ebraismo. La Dichiarazione conciliare Nostra Aetate sottolinea la grandezza del patrimonio spirituale comune a cristiani ed ebrei, incoraggiando alla mutua conoscenza e stima. Il dialogo teologico tra cristiani ed ebrei rimane sempre importante e mi sta molto a cuore. Anche in questi tempi difficili, segnati da conflitti e malintesi, è necessario continuare con slancio questo nostro dialogo così prezioso”.
E poi, sempre dell’ispirazione agostiniana, riferisce a un caposaldo decisivo: “Dio ci aiuti a fare tesoro della sua testimonianza!”.
Di qui si effonde nell’esegesi del predecessore: “Uno dei punti forti del pontificato di Papa Francesco è stato quello della fraternità universale. Su questo lo Spirito Santo lo ha davvero spinto a far avanzare a grandi passi le aperture e le iniziative già intraprese dai Pontefici precedenti, soprattutto a partire da San Giovanni XXIII. Il Papa della Fratelli tutti ha promosso sia il cammino ecumenico sia il dialogo interreligioso, e lo ha fatto soprattutto coltivando le relazioni interpersonali, in modo tale che, senza nulla togliere ai legami ecclesiali, fosse sempre valorizzato il tratto umano dell’incontro”.
E sempre muovendo da Bergoglio, Leone XIV continua la sua lezione. Ma quando dei capi di teoresi tengono a mostrarsi molto vicini ai punti di ispirazione riferiti è molto spesso perché stanno cominciano ad allontanarsene. In questo ambito di idee però tengono a rimarcare la comunanza.
Il Papa chiarisce infatti: “Consapevole, inoltre, che sinodalità ed ecumenismo sono strettamente collegati, desidero assicurare la mia intenzione di proseguire l’impegno di Papa Francesco nella promozione del carattere sinodale della Chiesa Cattolica e nello sviluppo di forme nuove e concrete per una sempre più intensa sinodalità in campo ecumenico”.
Un uomo che pensa in questo modo è difficile capire cosa abbia da dire a Donald Trump e cosa Donald Trump possa recepire dal Papa. Ma il mistero dell’infinità delle strade che portano al vero deve riuscire ad intrecciarsi anche con le loro.