Il Napoli vince il quarto scudetto e la città giustamente fa festa (documento Ansa). Ma questa seconda parte della notizia, puramente conseguenziale, diventa l’aspetto centrale dell’evento. Non la vittoria, ottenuta anche grazie una serie di eventi, per così dire, fortunosi e realizzatisi grazie a una provvidenza determinata dall’alto che si declina sotto forma di scelte arbitrali discutibili sulla sua concorrente.
Ma la notizia nella notizia consiste nel fatto che il Napoli vince il secondo scudetto in tre anni. Una media da Juve che non somiglia agli standard di una squadra del Sud. In passato c’è sempre stato uno sfoggiare di sociologia economista mettendo in linea i grandi successi di una squadra coi fasti del suo titolare o della città di rappresentanza. La grande Inter intercontinentale degli anni Sessanta corrisponderebbe così al Boom Economico e alla ripresa del nostro paese che vedeva Milano il suo epicentro. Le vittorie continue della Juve, ma sempre e solo in casa nazionale, corrisponderebbe all’egida della Fiat che però non è riuscita mai a fare il grande salto nel mondo. Il grande Milan di Gullit e Van Basten corrisponderebbe all’ascesa di Silvio Berlusconi e alla sua capacità di non avere limiti nazionali, occupandosi infatti di emittenti televisive.
Il Calcio che collima sempre con la Storia. Ma il caso del Napoli dei nostri giorni ancora si deve capire. Forse anche Napoli sta vivendo una rinascenza e non ce ne eravamo accorti? E allora che il Napoli Calcio serva ad accorgercene.