Il Parlamento ha in animo l’idea di smantellare il dovere di stampare e consegnare gli scontrini da parte delle attività commerciali ai clienti. Quella che doveva essere la madre di tutte le guerre interne per la conquista della trasparenza e della stabilità nel pagamento doveroso delle esazioni fiscali si pone come ricordo.
L’idea è di Fratelli d’Italia e ha trovato approvazione in commissione finanze. Si danno le indicazioni al governo sul percorso per superare quel noioso pezzettino di carta che però ci rimani male se non lo consegnano in cambio del pagamento.
Si prevede passaggio per passaggio. Innanzitutto, dal 2027 deve iniziare la grande distribuzione. L’anno dopo riguarda i soggetti con volume d’affari superiore a una certa soglia. Il 2029 dovrebbe invece essere l’anno in cui partono tutti gli esercenti.
In tutto questo però il cliente avrà sempre il diritto di chiedere il foglietto comprovante l’acquisto. Il tutto non può mancare il richiamo alla forte diminuzione di produrre inutili attestazioni cartacee che appesantiscono il fardello di mondezza prodotta dalla società. Infatti non si interviene sull’obbligo di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi al fisco da parte degli esercenti. Crescerà però il database dell’amministrazione finanziaria. Senza pezzi di carta tra le tasche di ciascuno viene a mancare la vividezza dell’acquisizione commerciale effettuata e sicuramente si attenua – acché se ne dica – la capacità comprovante la cessione di merce in cambio di soli. Gli scambi
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Addio agli scontrini di carta: cosa cambia per consumatori e negozi
Il Parlamento propone un percorso graduale per eliminare gli scontrini di carta, iniziando dai supermercati. Le tappe e le implicazioni green

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Il Parlamento punta all’addio graduale alla stampa degli scontrini. La risoluzione presentata da Fratelli d’Italia (primo firmatario Saverio Congedo) e approvata dalla commissione Finanze della Camera indica all’Esecutivo un percorso per superare la versione cartacea degli scontrini fiscali.
Il calendario
Un percorso senza “strappi” ma con un calendario scaglionato nel tempo anche per non gravare di oneri eccessivi le attività di minori dimensioni. Prima tappa: dal 1° gennaio 2027 per le imprese della grande distribuzione. Seconda tappa: dal 1° gennaio 2028 per tutti gli altri soggetti con volume d’affari superiore a una certa soglia. Terza tappa: dal 1° gennaio 2029 per tutti gli altri esercenti. Il tutto però facendo la possibilità da parte degli acquirenti di richiedere comunque la stampa del documento commerciale. Sostanzialmente una mossa in chiave green, perché non viene minimamente toccato l’obbligo di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi al Fisco da parte di commercianti ed esercenti al Fisco. Un flusso che alimenta i database dell’amministrazione finanziaria con informazioni sempre più utilizzate in chiave di prevenzione (con le lettere di compliance) e di contrasto (con i controlli) all’evasione.
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La trasmissione telematica al Fisco
La richiesta di impegno al Governo è quella di adottare iniziative normative per prevedere un’introduzione – appunto – «graduale» dell’«obbligo di dotare gli strumenti tecnologici per la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi all’agenzia delle Entrate di un sistema predisposto per la generazione e trasmissione del documento commerciale all’acquirente anche in formato digitale». L’iniziativa, come spiegano i deputati di FdI Massimo Milani e Saverio Congedo in una nota, è finalizzata a «eliminare milioni di scontrini stampati su carta termica non riciclabile, che ogni giorno finiscono nei rifiuti».
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L’ultima manovra
Come ricordato nelle premesse della risoluzione un input normativo è già arrivato con l’ultima manovra (legge 207/2024) che ha previsto a partire dal 1° gennaio 2026 l’obbligo di collegamento tra lo strumento elettronico di pagamento (Pos) e il registratore di cassa telematico per «registrare, memorizzare in modo puntuale e trasmettere in forma aggregata all’agenzia delle Entrate i dati dei corrispettivi dei pagamenti elettronici giornalieri». Lo step successivo è arrivare a sistemi già adottati in altri Paesi che hanno reso facoltativa la stampa delle ricevute anche utilizzando la trasmissione telematica. La scelta nella gradualità di partire dalla Gdo non è casuale perché, riporta la risoluzione, «diverse catene commerciali della grande distribuzione organizzata, già oggi, anche in Italia, hanno assunto iniziative per dematerializzare il documento commerciale». In questo modo la “prova” dell’acquisto, che resta ad esempio necessaria per i resi o per la garanzia riconosciuta al consumatore, verrebbe gestita in modo dematerializzato.

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