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Lea Massari, il saluto a una Musa

Lo scorso 23 gennaio si è spenta Lea Massari. Aveva novantuno anni e da tempo si era ritirata dalle scene. Volto femminile fondamentale nella costruzione del neorealismo nel cinema non ha conosciuto però quella celebrità e non ha mai vestito i panni del divismo di tante sue colleghe coeve.

La fisionomia della persona, quando si parla di una persona del cinema o del teatro, di allinea sempre alla tipologia dei ruoli rivestiti durante la sua attività di attrice. E su Lea Massari bisognerebbe concentrare l’attenzione in modo specificamente attento.

Bellissima e sensuale però questi due tratti non la esaurivano minimamente. Il suo ruolo e la sua figura fu sempre di una donna complessa, determinata, magnetica, ma anche problematica nelle modalità di trovare definizione alla sua emancipazione di persona. Su tutte, il ruolo rivestito nel film di Antonioni L’Avventura (1960) dove riveste il ruolo di una donna apparentemente felice ma con grandi inquietudini interiori tali da sparire totalmente.

Ha rivestito ruoli a volte delicati e coraggiosi che le hanno portato qualche contraccolpo financo in sede di giudizio. Nel film Soffio al Cuore dove si tematizzava un incesto fu addirittura accusata di seduzione di minorenne. Accusa dalla quale ovviamente uscì totalmente scagionata.

Restano indelebili i ruoli immensi di Anna Karenina di Tolstoj interpretati per la Rai (1974) in una delle serie televisive che hanno intrattenuto le sere degli italiani nel 1974. Ma anche il ruolo di Grušenka, una donna passionale ma anche molto concreta nell’altra serie televisivo avente il soggetto di I Fratelli Karamazov (1969).

Debbono ricordarsi su tutte le interpretazioni di due assoluti capolavori come Una Vita Difficile (1961), dove aveva come compagno di disavventure Alberto Sordi, e Le Soldatesse (1965) dove tematizzava l’impegno di donne nella Resistenza italiana. Romana, nata a Monteverde, risiedeva ai Parioli dove si è spenta. Di lei si ricordano le sue battaglie civili per la protezione degli animali e la creazione di canili municipali.

È stata protagonista in diversi altri lavori per il cinema e la televisione non menzionati per brevità.

Non ha mai fatto parte per scelta personale dello star system del cinema ed anche per questo che probabilmente ne è uscita anticipatamente per le sue potenzialità espressive. La sua singolarità e complessità non le hanno consentito di diventare rappresentativa di valori specifici o di un’immagine di persona stereotipata.

Su tutto ha riflesso sempre la sua immensa capacità espressiva e la capacità di dare un volto alla difficoltà di essere donna nei nostri tempi.

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