Si tratta di un assoluta opera da non perdere del Rinascimento. La si potrà apprezzare ai Musei Vaticani, nella Sala Costantino. Ci sono voluti decenni per riportarla alla sua luce. Ed ora è visibile ai visitatori.
IN questa che una delle stanze dedicate a Raffaello si apprezza questo capolavoro che consiste in una lavorazione sulla quale si sono concentrati diversi pontificati medicei – Leone X e Clemente VII – si possono apprezzare qui i capolavori a olio su muro di Raffaello con la Comitas e la Iustitia e i monumentali affreschi sulle pareti eseguiti dalla sua bottega, guidata da Giulio Romano e Giovan Francesco Penni.
Importanti anche gli apporti inseriti durante il papato di Paolo III Farnese. Nel contesto si possono apprezzare anche interventi di Sebastiano del Piombo. Anche nella fase dei pontificati di Gregorio XIII e Sisto V. Si arriva al 1959 è in questo periodo che fu portata a termine la decorazione della volta di Tommaso Laureti, allievo di Sebastiano del Piombo e qui autore dell’iconico Trionfo del cristianesimo sul paganesimo.
Dopo venti anni di restauri è chiara la nota di enfasi nella dichiarazione riportata all’Ansa. “Oggi celebriamo non solo un traguardo di conservazione, ma anche una nuova possibilità di lettura critica e visiva di uno dei luoghi simbolo della pittura rinascimentale”.
E ancora: “il restauro è stato come sollevare un velo secolare. Dietro la patina del tempo, ogni dettaglio ha ritrovato luce, profondità e significato. Raffaello, la sua bottega, Laureti: tutti di nuovo in dialogo visivo, dopo secoli di silenzio”.
Ed un plauso al mondo detta tecnologia era inevitabile in sede di Arte. “Le tecnologie ci hanno permesso di penetrare gli strati del tempo e restituire voce alla materia pittorica, evidenziando anche differenze esecutive significative che raccontano la complessità del cantiere rinascimentale”.