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venerdì, Luglio 11, 2025

Resistenza agli antibiotici

IL 15 luglio un convegno sulla resistenza agli antibiotici alla Biblioteca del Senato in piazza della Minerva 38

Addio a Goffredo Fofi

Nome e cognome emblema di originalità, autonomia...

Il governo dell’ovvio

Dichiarazioni di governatori identiche che seguono un registro prevedibilissimo

Il rifiuto dell’esame come del giudizio sul profitto

Sono esistite diverse generazioni di contestatori. C’era il Sessantotto. C’è stato anche il Settantasette e lo sciame successivo. Si discuteva e contestava su tutto, ma l’esame finale era lasciato fuori l’ordinanza della contestazione. In quell’ambito i leoni diventavano agnelli e si sottoponevano al giudizio di implacabili professori che in molti casi si vendicavano delle intemperanze verbali e comportamentali dei discenti. L’esame però, pur criticato come sistema di valutazione, era una soglia inscindibile che consentiva allo studente di andare oltre a una soglia esistenziale della prima gioventù. Quindi la contestazione doveva per forza di cose fermarsi per concentrarsi poi su altri obiettivi dell’esistenza reale.

Fu chiesto con forza l’assegnazione della sufficienza politica allo studente sulla base del ragionamento per cui una scuola non in grado di formare verso il lavoro, lontana da un vero obiettivo di formazione, non potesse anche selezionare lo studente. Ma la contestazione si fermava prima dell’esame di maturità. Magari era ripresa dopo in alcune facoltà con gli esami universitari. Ma la maturità ha sempre mantenuto un’aura di inviolabilità. Anche questo paradigma nella storia della contestazione giovanile si comincia a superare.

Siamo a tre studenti che rifiutano l’orale all’esame finale della media superiore. Il terzo caso arriva dal Veneto. È uno studente indisponibile a rispondere alle domande della commissione ma, evidentemente avendo somma di crediti in grado di consentire questo atteggiamento, ha comunque raggiunto il diploma.

Scomposta la risposta del ministro Valditara che si mostra totalmente inadeguato al ruolo. Prende la linea dura e afferma: “comportamenti di questo tipo non saranno più possibili. Se un ragazzo non si presenta all’orale o volontariamente decide di non rispondere alle domande dei docenti, non perché non è preparato, quello può capitare, ma perché vuole ‘non collaborare’ o vuole ‘boicottare’ l’esame, dovrà ripetere l’anno” (Ansa).

Presa di posizione inadeguata perché lo studente accorto ha evidentemente già maturato quei voti necessari, tali da considerare il colloquio come una messa a giudizio in grado di conferire una media più alta di nessuno interesse per chi vuole affrontare la vita con determinazione senza il placet di una classe superiore atta a giudicare.

C’è contestazione per il giudizio superiore. C’è rifiuto di accettare le gerarchie probabilmente sopportate negli anni di corso scolastico. Un ciclo di nuova contestazione può sorgere proprio dalla parte finale della preparazione scolastica. E riguarda proprio il suo atto finale, perché ne costituisce l’emblema: la prova d’esame.

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