Quanto durerà il tormentone dei dazi americani e dei contro-dazi del resto del mondo è impossibile da prevedere. L’occasione potrebbe essere buona per capire quali sono gli alti tipi di dazi inconsapevoli che ogni sistema-paese impone alla sua azione. In più fermare gli altri dazi interni dovuti all’eccesso di burocrazia costituita dalla composizione di amministrazioni statali. L’esempio dell’Unione Europea giunge ad hoc e, come sempre si dice, la crisi potrebbe essere un’occasione da non lasciarsi sfuggire per guardare con obiettività quali sono i propri intralci interni e superarli. Senza di questi si starebbe già a migliore stato di cose.
E mentre i notiziari si prodigano a gettarsi sulla notizia attuale che si rinnova da mesi, quindi sulle reazioni possibili, si avvicendano le reazioni della politica nostrana (Ansa).
E la gara tutta interna è allora su chi mostra di saperla più lunga. Tanto alla fine di questa vicenda nessuno si ricorderà più delle dichiarazioni rilasciate dai singoli rappresentanti di forze e schieramenti.
La presidente del Consiglio confida su un margine di trattativa ancora aperta. Giuseppe Conte dà al governo l’etichetta di dilettanti allo sbaraglio. La Lega di Salvini cerca di salvare la faccia a Trump dicendo che il regime vincolistico è tutto europeo e dovrebbe invece essere attaccata la burocrazia emanata da Bruxelles. Da cliché Elly Schlein un attacco contro la cosiddetta follia autarchica.
Ma su tutti si erge uno che se ne intende, Emanuele Orsini presidente di Confindustria, che ravvisa “una sgradevole volontà di trattare” da parte del presidente degli Stati Uniti. Risponde a distanza Matteo Renzi agli imprenditori auspicando la fine dell’innamoramento del pianeta impresa nei confronti del governo in carica. Atteggiamento irriso anche da Carlo Calenda che parla di pratica genuflessa ai piedi di Trump.
Il riportare la questione delle questioni ad altro problema altrove dislocato fa dedurre che in definitiva la questione è grave ma non seria. Ed allora ci si dovrebbe preoccupare di nominare una commissione trattante veramente all’altezza. La presa di posizione del Presidente degli Stati Uniti è politica, non di tecnica commerciale. Ma non tutti i soggetti mostrano di averlo ben capito.