Dal titolo di un libro di Emilio Garroni prende spunto questa raccolta di articoli sull’attuale. Lo spunto è lo stesso. Il tentativo è quello di decifrare ciò che emerge nelle cose da noi lette come fatti. In questo lavoro in cui si toglie – perché ciascuna cifra una volta riconosciuta da sola va riconnessa con altre per comporre una visione in grado di dare sensatezza a quanto vissuto – il tentativo è quello di stabilire connessioni. Siano queste nuove, siano già sperimentate ed usate nel dibattito ordinario, ciascuna rimanda al altri orizzonti di sensatezza. In questo percorso sussistono due pericoli. Il primo è ordinario, fa parte del mestiere dell’analista. Dal secondo dobbiamo invigilarci, per cui servirà la collaborazione del lettore e del dibattito. Il pericolo ordinario consiste nell’apparire delle nuove significazioni emerse come qualcosa di esorbitante dai consueti ambiti per cui ci intendiamo. Si scivola, per intenderci, facilmente in quel qualcosa che si traduce nel sarcasmo, nell’ironia, nella follia della spiegazione, nel controsenso. Ma sussiste un secondo pericolo. Quello di associare idee e cose a famiglie di significato senza la consapevolezza di questo ingresso. Ad esempio, uno nel farsi prendere da un’argomentazione può, senza avvedersene, entrare in un ordine di idee a lui sconosciuto e nel quale non voleva entrare.
Il pericolo del paradosso, nel primo caso, e della decodifica ideologica si possono correre ed è un pericolo dal quale non possiamo autotutelarci in anticipo. Possiamo solo dire che nel primo caso è un pericolo ben accetto. Nel secondo no. Si tratterebbe di una deriva da rettificare. E questo sarebbe possibile solo con ulteriore chiarimento della direzione in cui il ragionamento si voleva dispiegare.
Gli argomenti attengono sempre all’attuale. Pretesto possono essere le arti, quelle date dalla tradizione e conosciute come “le belle arti”. Ma non ci sono limiti per la destrutturazione conoscitiva di un elemento analizzato. Convinti col nostro maestro, Emilio Garroni, che l’investigazione che parte dalle evidenze ed ha avuto finora statuto nell’Estetica “come una metafisica non speciale”, possano assumere il carattere di un momento conoscitivo al pari di quanto oggi ci dicono le ricerche della Scienza.