L’Europa cerca di darsi una svegliata. Non può esistere nella consapevolezza come nella narrazione l’amico potente sul quale fare ironia ma al quale chiedere di risolvere i propri problemi. L’amico si è stancato e parla male di noi. Se non escluderlo dall’agenda bisogna cominciare ad agire come se non ci fosse. Ma purtroppo c’è.
E allora si convoca il primo vertice Europa Asia-centrale. (Versante inaspettato prima, ma esiste anche l’Asia, è grande e potente). Samarcanda, la sede prescelta. Tra l’altro con grande ricerca di suggestione. E sempre dal summit arriva la risposta di Ursula van der Leyen.
Trump ha confermato i dazi e immediatamente dopo arrivano la reazione: linea dura senza paura. Ma la manina sempre pronta a dare il tocco di distensione rimane. E allora ci si chiede cosa resta della linea dura.
E il problema per un’unione di stati che risponde, interloquisce e accetta il gioco di scherma nella guerra commerciale non consiste solo nel preservare sé stessa ma anche quello di essere un modello credibile per cui gli altri intessano rapporti di alleanza.
Non basta dire di essere contro Trump e la sua logica protezionistica. Bisogna continuare ad essere protettori del libero mercato, della concorrenza, dei rapporti distesi con tutti per la cooperazione.
Ed è una linea difficile da esprimere, tanto più quando si alterna tra il pugno di ferro e la mano distesa. Qual è il vero volto di questi antichi imperialisti? Si diranno in Oriente. Quello di chi ha superato l’idea di dominio e invece deve ricevere il riconoscimento per aver alzato l’asticella evolutiva dell’umanità?
Ma – si dirà – sono considerazioni che poco contano nel conteggio numerico delle ferite riportante sugli effetti di Borsa avuti da questa alzata di scudi americana. “Qui conta solo che si perdono soldi e non è chiaro il modo per recuperarli”.
Ma non è contando le monete mancanti che si può pensare di recuperare un mondo. Quello non c’è più. Se ne deve costruire un altro. E occorre tutta la lungimiranza per trovarne uno nuovo. Ma il compito di questa fase è questo. Non rispondere a Trump.