Il 7 maggio riparte il conclave ed operatori svolgono le attività per rispondere alla dimensione simbolica più conosciuta: il comignolo dal quale viene emessa la fumata. Bianca o nera darà il messaggio relativo alla definizione dell’elezione raggiunta oppure non.
IL non rinunciare ai tradizionali filtri attraverso i quali la Chiesa esprimeva, nei secoli, la decisione avvenuta o da prendere, serve probabilmente a comunicare che, mentre nel mondo tutto muta, c’è qualcosa di immutabile ed è la Chiesa. Questo rende chiara la sua elevazione dal mondo. Quindi sulla simbolica di questo comignolo si gioca tutto.
Si sa che il comignolo è collegato a due stufe. Sono in ghisa anche se una delle due è di più recente costruzione. La prima brucia le schede degli scrutini. La seconda serve a dare il colore nero o il colore bianco.
Negli anni si è deciso di accompagnare l’eventuale fumata bianca all’attivazione delle campane per rendere più evidente l’arrivo del “successore di Pietro”, anche perché la qualità del bianco nelle precedenti fumate aveva lasciato a desiderare. Finiva per essere confusa con un grigiastro tale da non sollecitare l’attenzione dei fedeli.
I cardinali riuniti saranno chiamati a provvedere nel dare notizia delle loro scelte. Il momento saliente della loro gerarchia consiste proprio in questo. Bergoglio nel suo pontificato è riuscito a liquidare l’espressione dei principi della Chiesa, mutuata a un’investitura gentilizia. Debbono essere recepiti piuttosto come delle braccia della cristianità, nello specifico del Papa.
Tra questi uscirà il Papa. L’Ansa ha raccolto una prospettiva dei nomi più quotati a diventare Papa.
C’è Tobin, progressista pro-gay e cardinali donne. Fatto cardinale da papa Francesco nel 2016, fa parte della triade dei cardinali progressisti americani. Altrimenti Grech, il cardinale maltese simbolo della continuità. È il prelato cui Francesco aveva affidato la sua ultima “creatura”, il sinodo e il percorso della chiesa sinodale. Papabile è considerato anche You Heung-sik, “il Lazzaro dall’estremo Oriente”: l’uomo chiave della visita di Bergoglio in Corea del sud nell’agosto del 2014. Leonardo Steiner, il porporato che difende l’Amazzonia. Strenuo ‘custode’ dei popoli indigeni, in linea con l’approccio ambientalista di Francesco, difende le unioni civili e rimarca il ruolo “fondamentale” delle donne. Quotato anche Blase Cupich, il progressista anti-abusi: Arcivescovo di Chicago, fece pulizia dopo gli scandali. Peter Erdo, il cardinale ungherese erede di Wojtyła, da molti considerato l’anti-Bergoglio, è attentissimo alle dinamiche dell’Europa e sostiene che il continente abbia urgente bisogno di ritrovare le sue radici cristiane. C’è inoltre Arborelius, l’outsider svedese che piaceva a Bergoglio. È tra i firmatari del “manifesto di Pasqua” che nel 2005 chiede di facilitare l’ottenimento del permesso di soggiorno per i rifugiati. Infine Ambongo Besungu, fedele a Francesco ma anti-gay. Nel 2023 ha criticato le aperture di papa Francesco verso la comunità Lgbt, in particolare la benedizione delle coppie omosessuali.
Ebbene, sicuramente non sarà nessuno tra questi. Anche le previsioni mancate fanno parte della fumosità del rito.