Pasolini. Se ne discute e se ne illustra l’opera ad Ostia, il 26 maggio al Teatro di Ostia Lido. Uno degli autori più citati ma anche più indigesti o mal compresi. O meglio, un poeta, scrittore, regista e stagista, la cui opera deve essere presa nuovamente in esame per un approfondimento critico, sia sotto l’aspetto significazionale che sotto il riguardo puramente storico. Molte delle sue profezie furono fallaci e debordanti. Buone per il clamore del momento e per esser citati nei salotti ma poco pertinenti alla realtà effettuale. Tra questi spicca la caduta di stile del tifo per la polizia e il dileggio per i contestatori universitari perché figli della borghesia. Nondimeno le sue parole e la sua opera in genere merita costantemente una nuova metilazione intuitiva tale da coglierne gli esatti aspetti antropologici. Momenti che vanno molto al di là dall’esattezza del rapporto di verifica tra enunciazione ed eventi veri e propri.
Se ne discute anche in questa iniziativa ostiense nel novero dei cinquanta anni dalla scomparsa (2 novembre 1975 all’Idroscalo). Anche la morte violenta avvenuta in circostanze che non sono mai state chiarite del tutto aumenta quell’alea di mistero che si avvolge sul personaggio tale da farlo ancora più interessante.
Quindi, per questo, “un poeta che non muore” come recita il titolo della manifestazione. “La scelta simbolica di Ostia, dove Pasolini fu ucciso, intende dare forte carica emotiva al convegno, che si concluderà il 2-3 novembre a Casarsa, città natale della madre e luogo di sepoltura del poeta, creando un ponte ideale tra vita e morte dell’autore”. Spiega la nota Ansa.
Il mistero della morte si attaglia alla problematicità della figura e degli scritti che pur raccogliendo post mortem una condivisione universale, nei suoi aspetti specifici sono ancora suscettibili di discussioni e approfondimenti. Preso come un oracolo, oggi, ma solo perché oramai da defunto non fa paura a nessuno. Restano invece molto inquietanti le vicende che attengono alla sua messa a morte comprese le frequentazioni e il complesso dei misteri di cui poteva essere a conoscenza o poteva subodorare l’esistenza.
Il poterlo solo supporre, oggi, aumenta la fascinazione e anche il senso sempre nuovo degli approfondimenti.