Macron e Starmer si accordano per creare una deterrenza nucleare. E lo fanno per l’Europa. Non solo per i loro due singoli stati. Dicono loro. (Ansa)
Solo che è sempre più evidente come le due o tre velocità in cui viaggia l’Unione debbano in definitiva scontrarsi contro l’attualità e la necessità di prendere decisioni facendo valere grandemente la loro sovranità, ma anche superiorità, sul resto.
Parlamenti complottardi, dove l’ultimo arriva e si defila facendo mancare la maggioranza non sono fatti in un’età in cui si è pressati da due guerre i confini.
Arriva quindi il ‘coordinamento sulla deterrenza nucleare’. Solo che a firmarlo sono Londra e Parigi, non l’Europa. Davanti a tanta decisione e a poca qualità deliberativa dell’Unione ci si chiede quale ruolo debba essere assegnati a questi ultimi.
Mentre qualcuno ci pensa Macron e Starmer si avvantaggiano nel lavoro. Ma lo fanno sempre per tutti! L’accordo sarà siglato venerdì 11 luglio. I due paesi si dicono pronti a coordinare la loro deterrenza nucleare e proteggere l’Europa. “Come siete bravi, voi!” Avrebbe detto Fantozzi.
È stata organizzata una visita di Stato. Si incontrano Emmanuel Macron e Keir Starmer per firmare il documento nel quale ci si accorda per un coordinamento qualora ci fosse un’insidia da fuori i due paesi, pur restando divisi e distinti, potranno coordinarsi per la difesa. Mettono così uno a disposizione dell’altro i propri deterrenti nucleari, pur mantenendo la loro indipendenza.
Ma si dice anche che i due Stati risponderanno congiuntamente a qualsiasi “minaccia estrema all’Europa”. Quindi comprendono il tutto che li circonda. Non solo loro due.
Si impegnano ad acquisire missili da crociera Storm Shadow aventi armi convenzionali. Gli stessi dati all’Ucraina.
Nel frattempo il resto d’Europa che fa? Si ripara dietro le sue scaramucce. Von der Leyen alla prova della fiducia, rientra lo strappo con i socialisti. L’intera legislatura dovrebbe essere a un crocevia. L’Eurocamera si riunisce per la mozione di sfiducia nei confronti di Ursula von der Leyen. È bastato un certo Gheorghe Piperea (non è uno scherzo) dalla Romania a far scricchiolare la maggioranza.