Cinque Giri d’Italia, cinque Tour de France, sette Milano-Sanremo e tre Campionati del Mondo. Il curriculum del corridore più grande di tutti i tempi. E oggi compie ottanta anni. Con lui il mondo dei bambini che sostenevano col tifo sportivo Felice Gimondi non sono mai tornati in pace. “Il cannibale” così era soprannominato si è mangiato tutti senza scrupoli. Ha macinato chilometri su chilometri ed è passato avanti ad antagonisti che avrebbero altrimenti un ruolo del tutto diverso nella Storia del ciclismo. Niente da fare. Quel belga arrivato dalle Fiandre era destinato a far dormire sonni agitati a molti ciclisti e altrettanti supporter in quella come possiamo ricordare come la vera ultima stagione gloriosa per il grande ciclismo: fine anni Sessanta inizio anni Settanta.
È uno dei soli sette ciclisti ad aver conquistato i tre Grandi Giri e l’unico ad essere riuscito a realizzare l’accoppiata Giro-Tour per tre volte. Ha in più aggiunto ai tre Grandi Giri la vittoria del Giro di Svizzera, considerato la quarta corsa a tappe per importanza.
Proprio per il suo compleanno la Rai – su Rai Teche – ricorda il leggendario campione belga con immagini d’archivio. Hanno il bene del bianco e nero di quella prima messa in onda.
L’antologia ripercorre alcuni dei momenti storici della sua carriera, come la storica vittoria alla Milano-Sanremo del 1967. Fu lì che la volata davanti a tre italiani lo rese indigesto ma tanto più glorioso. E poi l’impresa al Giro d’Italia 1967: sfilò per primo nella tappa Caserta–Blockhaus. Di lì una marcia a sulle due ruote che nessuno avrebbe fermato.