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martedì, Luglio 1, 2025

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“Trappola mediatica”

Antonio Tajani, leader di Forza Italia, ha dato una lettura originale della guerra in Medio Oriente durante la trasmissione In Mezz’ora. ”Hamas sta usando Rafah per creare ulteriore problemi, attirando Israele dentro una trappola mediatica” – ha detto Tajani.

Nella ridda di luoghi comuni di cui si pasce la classe politica, sia in un senso che in quello opposto, il leader di Forza Italia ha avuto il merito di affrontare il problema in modo originale ed esplicativo delle vere dinamiche messe in campo. Non si tratta quindi di parteggiare per uno dei due campi né tantomeno di solidarizzare con uno ma evidenziare i suoi eccessi.

Una lettura attuale, del terzo millennio, vede invece ciascuno dei contraenti come vittima di una tempesta mediatica in cui oltre a fare strame di vite si falcidia il senso delle misure adottate in relazione ai fini.

È chiaro che Israele vuole sfruttare al massimo il momento di massima tensione per saldare il conto. E vorrebbe che fosse definitivo, anche se nemmeno il più estremista seguace di Netanyahu potrebbe veramente crederci. E allora anche l’ultima azione militare contro i civili che è costata quaranta morti riesce a piegare la determinazione di questo esercito perché dice di aver colto l’obiettivo di aver eliminato due esponenti di Hamas. Anche se fosse due su altri trentotto morti innocenti è un bilancio che nessuno può difendere – non concedendo anche l’idea dell’eliminazione fisica del nemico.

Tajani però ha avuto il merito di rovesciare i termini della questione. “Hamas usa Rafah, Israele in trappola mediatica”. Israele deve perseguire il suo obiettivo di rastrellamento dei nemici che si nascondono dentro la popolazione inerme. Lo ha dichiarato al mondo ed ora deve continuare per essere fedele a sé stessa e perché sa perfettamente che non gli si darà altra occasione per dare una strigliata al nemico. Surrettiziamente esprime un giudizio di correità nei confronti del popolo palestinese che non fa nulla per isolare i guerriglieri di Hamas, anzi mostra di proteggerli davanti la coltre di popolazione inerme. In questo modo fa scattare la trappola mediatica per cui Israele colpisce donne e bambini solo per perseguire i suoi obiettivi militari.

Così facendo Israele diverrebbe vittima di sé stessa perché gli echi di queste stragi si percepirà per diversi decenni con discredito da parte di tutta la popolazione confinante.

Sempre più lontano e chimerico il proposito di due popoli in due stati. Tanto più quando i due popoli non si riconoscono tra loro e ancor meno gli stati – uno dei quali non è mai stato formato. Chiaro che si deve pensare ad un altro equilibrio non riferibile più alla coesistenza e alla convivenza pacifica.

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