Pareggiare al novantottesimo. Si può parlare anche di grande impegno degli azzurri, di abnegazione, di combattività, spirito di sacrificio e tutte le menate possibili. Ma il destro a giro di Mattia Zaccagni, absolute beginner, dobbiamo pure coglierlo come una concessione della buona sorte.
Almeno probabilisticamente dovrebbe non accadere più. Il nostro Jolly lo abbiamo giocato. Ora la nazionale dovrà convincere. Data la squadra vista in queste due partite c’è da avere più di qualche ragionevole sospetto questo accada.
Si può parlare indifferentemente di inadeguatezza di Spalletti o dei giocatori. Non fa differenza. Al di là della buona volontà gli azzurri non mostrano bel gioco. Diciamocelo. Difesa a 3: Bastoni-Calafiori-Darmian. Di Marco recuperato. E poi ci sono quei due: Di Lorenzo e Jorginho. E debbono veramente dannarsi Pellegrini e Barella per riscattare la loro pochezza. Inesistenti Retegui e Raspadori.
Difesa a tre che diventa a cinque. Sempre per restare sulla serie numerologica, tre minuti senza toccare palla e poi Susic a dimostrare che Donnarumma è l’unica sostanza presente in questa alea. C’è Retegui che cerca e trova la profondità. Barella pennella su Bastoni rinnovando un duetto tutto interista, ma stavolta è il portiere croato che fa il miracolo. Al trentacinquesimo Pellegrini ci prova con un diagonale sinistro. Ma si ha l’impressione che l’obiettivo sia il ben figurare non il vincere. Jorginho ci prova ad orchestrare un pressing ma con risultati scadenti. Il centrocampo croato pare in affanno. Noi però non ne approfittiamo. E si chiude sullo zero a zero.
Al secondo tempo arrivano i cambi: Frattesi per Pellegrini, Budimir per Pasalic. La lotta si fa dura. Kramaric prende il braccio di Frattesi che solo allora si ricorda di essere in campo. La sveglia è il rigore per la Croazia e il relativo gol. Eppure il nostro portiere respinge per ben due volte. La bravura di Donnarumma ma in converso alla sfortuna. Su di lui dovrebbe essere scritta un’elegia del portiere.
Entra Chiesa, fuori Di Marco. La risultante sul gioco consiste in Bastoni che devia sopra la traversa sull’angolo chiesastico. Tutti dentro l’area croata. Potrebbe essere anche la situazione perfetta in cui si prende un altro gol in contropiede. Ma non lo è.
Dopo tanto batti e ribatti arriva il cross da Chiesa, azione contestata perché Scamacca è falcidiato da Stanisic. Calafiori pare posseduto e entra nella difesa croata – l’incapacità di saltare l’avversario è oramai cronica nel nostro calcio – Zaccagni si inventa un destro a giro ed è gol.