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domenica, Marzo 23, 2025

“Volenterosi” dalla Cina … (forse)

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Un protagonista, e deuteragonista del grande rivale col quale ha tenuto in tensione il mondo

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Sembra un controsenso dalle cronache ma la condizione fattuale riporta al dato essenziale

“Raccontare la verità”

“Good night and a Good Luck!” È il tormentone che chiude i discorsi dell’editorialista rappresentato da David Strathairn nel film il cui titolo è attinto proprio da questo saluto finale.

Il film del 2005 è diretto da George Clooney e ha ricevuto l’Osella d’oro per la sceneggiatura e la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile (a David Strathairn) al Festival di Venezia. Ora George Clooney lo porta a teatro. Clooney manca da quaranta quasi anni dalle scene teatrali e dice di essere molto agitato per questo ritorno alle scene.

Di questa opera che ricorda il periodo buio della “caccia alle streghe” in America col quale si inquisiva con estrema facilità per l’accusa di aderire a progetti di rivoluzione comunista, Clooney è stato protagonista e co sceneggiatore. Siamo sul famoso anchor della Cbs, Edward R. Murrow, la cui trasmissione ‘See It Now’ è passata alla storia per la serie di servizi televisivi contro il senatore Joseph McCarthy.

Questa azione di libertà messa in piedi dall’emittente contrbuì a chiudere la fase del maccartismo. Good Night, and Good Luck è questa frase che serve a dire ironicamente che in questa notte della ragione l’unica speranza consiste nell’essere fortunati e sfuggire all’ondata repressiva.

L’Ansa riporta la dichiarazione di George Clooney: “La parte divertente è che facciamo uno spettacolo su un argomento molto caro a noi, ossia raccontare la verità”.

In quello che ha tutti i segni per essere l’inizio di un’era, quella di The Donald, questa rappresentazione teatrale promuove anche la riproposizione del film e soprattutto la centralità della questione delle libertà e dei rapporti corretti tra comparti dello Stato.

Secondo indiscrezione pare che lo stesso George Clooney possa essere in odore di candidatura democratica, così come è stata proposta la sua scesa in campo, una volta che si è appurato che il presidente Biden era decotto per ricoprire nuovamente la carica.

Il monito, in verità, è nei confronti degli operatori dell’informazione. L’indirizzo deve essere quello di seguire i criteri veritativi degli accadimenti di cui si divisano nella descrizione. Diversamente dalla condizione di farsi portavoce di interessi politici, il giornalista deve continuare ad essere colui che aiuta il cittadino a discernere la verità dalla versione di comodo a una classe di potere.

E allora la verità più che essere raccontata, operazione impossibile e contraddittoria in termini, deve essere almeno cercata e perseguita con onestà intellettuale. È questo il messaggio.

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